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Valentini jr ricostruisce l’episodio: “Uno era incappucciato, mi hanno urlato di tutto”

Da Il Mattino di oggi: Buona domenica, Marco Valentini. Anche se crediamo che lei avrebbe preferito trascorrere ben altra giornata dopo quanto successo sabato sera… «Tranquilli, sono situazioni in cui sono già passato almeno una quindicina...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino di oggi:

Buona domenica, Marco Valentini. Anche se crediamo che lei avrebbe preferito trascorrere ben altra giornata dopo quanto successo sabato sera... «Tranquilli, sono situazioni in cui sono già passato almeno una quindicina di volte. Ho lavorato a Salerno, Messina ed Ascoli, ambienti dove le contestazioni non dico che fossero abituali, ma frequenti sì». Ci tolga subito una curiosità, perché qui le versioni non coincidono: il comunicato della società parla di “minacce di morte”, confermateci anche dal presidente, mentre gli ultras negano di aver mai pronunciato frasi dai toni così intimidatori. «Guardi, non posso affermare se, nella raffica di insulti e frasi irripetibili di cui uno di loro, quello che ha aperto con forza la portiera dell’auto, mi ha ricoperto ci fosse anche l’espressione “ti ammazzo”. Posso ribadire, però, che le offese e le espressioni dai toni forti e minacciosi ci sono state, e sono andate avanti per più minuti». Che cosa vi hanno urlato? «Di tutto. La più... gentile delle frasi è stata: “Ricordati queste facce, a fine anno facciamo i conti”. E al gestore della stazione di servizio, che li aveva invitati a smettere altrimenti avrebbe chiamato la polizia, hanno risposto: “Fatti i ca... tuoi”». Lei ha parlato, nell’immediatezza dei fatti, di alcuni giovani con il volto coperto. Conferma? «Sì, uno era incappucciato e si è messo davanti all’auto per impedirmi di ripartire». Come si sente adesso? «Beh, queste cose non fanno piacere, ma purtroppo è il calcio di oggi...». È vero che si è sentito al telefono con Andrea, uno dei capi ultras presenti all’episodio? «Sì, e l’ho ringraziato perché ha evitato conseguenze peggiori, allontanando chi mi aveva aggredito, aprendo la portiera ed entrando nell’abitacolo». È la prima volta, dal suo arrivo al Padova, che ha vissuto una situazione del genere? «No, a dire il vero. Gli stessi personaggi erano venuti ad Abano la sera della partita di Empoli (21 settembre scorso, ndr), e quello che sembrava il loro “capo” mi aveva invitato ad uscire dall’albergo. Una volta fuori, erano volati insulti e minacce, proprio come sabato. E tutto perché non ero andato a parlare con loro sotto la curva. Lo aveva fatto Alessio Secco, io ero già nello spogliatoio, a fine gara sono tra i primi ad uscire dal campo». Tornerà subito a Padova? «Certo, già da domani (oggi). Sono molto tranquillo, non cambia nulla per me. Non mollo di un centimetro nell’impegno che mi sono preso: tutti noi siamo protesi al raggiungimento della salvezza. Ciò che auspico è che non si esasperi questa situazione». Da registrare anche la dura presa di posizione di Andrea Valentini , a.d. biancoscudato e papà di Marco, registrata dal sito Padovasport. «Denuncia? Vedremo cosa decideranno mio figlio e Di Cicco, ma non è detto che serva la denuncia se il fatto è di una certa gravità. Bisogna smetterla di continuare a dire che sono solo ragazzi... Ormai in Italia l'andazzo è questo. E dire che a Padova ho trovato grandissima civiltà, personalmente nessuno mi ha mai detto qualcosa di sgradevole, significa che questi signori sono pochi, ma che comandano altri signori che ubbidiscono. Mi hanno detto che queste persone non hanno nemmeno esultato ai gol del Padova a Bari e, finita la partita, i giocatori hanno ricevuto solo insulti quando sono andati sotto la curva. Sono tifosi questi? Se tutti i tifosi del Padova fossero come loro, neanche la Promozione meriterebbe questa piazza».