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Vecchio Padova, “no” di Buja alla proposta del 30%

E’ scaduto ieri il termine di adesione o meno alla proposta del vecchio Padova di pagare il 30% di quanto rivendicato dai creditori (un centinaio), i quali rinuncerebbero così al restante 70%. Si aspetta sabato per sapere se al commissario...

Redazione PadovaSport.TV

E' scaduto ieri il termine di adesione o meno alla proposta del vecchio Padova di pagare il 30% di quanto rivendicato dai creditori (un centinaio), i quali rinuncerebbero così al restante 70%. Si aspetta sabato per sapere se al commissario giudiziale Marco Basaglia, nominato dal Tribunale, verrà presentato il piano dettagliato di ristrutturazione dei debiti, condizione necessaria per ottenere l’eventuale sì al concordato “in bianco” richiesto dallo stesso Penocchio ad ottobre. La lettera inviata dall’avvocato Simone Perazzolo a tutti coloro che avanzano soldi presuppone che ci sia un’adesione totalitaria alla proposta d’intesa formulata dalla società biancoscudata, ma sono già arrivati dei “no”. Ufficiale, e per certi versi clamoroso, quello di Gino Buja, titolare dell’hotel Bristol Buja di Abano Terme che nelle ultime stagioni ha ospitato la squadra e lo staff tecnico in ritiro e spesso i dirigenti per tutto l’anno. «Non accetto la proposta del Calcio Padova», ha spiegato, «perché con il 30% non riesco nemmeno a coprire i costi vivi. All’epoca aveva accettato delle condizioni che già avevano ridotto al minimo il guadagno dell’albergo, a questo punto la mia decisione diventa una questione di principio: non so se da un eventuale fallimento della società riuscirò a racimolare più di quanto mi è stato offerto, sinceramente me lo auguro perchè di certo accettando i 15 mila euro proposti avrei comunque lavorato in grossa perdita». Il debito lasciato dal Padova è di circa 50 mila euro, anche se un’altra fattura, indirizzata ai due Valentini (Andrea e Marco), è pronta ad essere impugnata tramite avvocato per il periodo, dal 1º luglio di quest’anno in poi, nel quale l’ex a.d. e l’ex diesse avevano le camere occupate nonostante il contratto tra lo stesso Padova e l’albergo fosse scaduto.