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Vinicius: “Abbiamo il dovere di crederci. Il gol? Valentini me lo aveva predetto”

In una squadra che ha trovato un colpo di coda disperato per non alzare già bandiera bianca, uno dei simboli è Vinicus. La prima stagione italiana per il terzino brasiliano si stava rivelando come un autentico flop. Metà annata in prestito alla...

Redazione PadovaSport.TV

In una squadra che ha trovato un colpo di coda disperato per non alzare già bandiera bianca, uno dei simboli è Vinicus. La prima stagione italiana per il terzino brasiliano si stava rivelando come un autentico flop. Metà annata in prestito alla Lazio senza mai vedere neanche la panchina, l'altra metà a lottare per un posto in squadra nel Padova, fra prestazione altalenanti e una squadra in caduta libera. Eppure ha voluto lottare sino alla fine e il gol che riaccende un minimo la speranza è suo, il primo della carriera italiana, al termine di una pregevole azione rifinita da Rocchi: «Sì, finalmente oggi posso essere un po' felice», racconta Vinicius, in un italiano notevolmente migliorato rispetto al suo arrivo a Padova, ma sempre con quello sguardo timido che cerca il vuoto e ha quasi paura di esporsi. «Non è stato un anno facile per me, ma non mi abbatto perché devo passare da queste difficoltà per crescere e diventare un calciatore migliore». Un anno travagliato anche per colpa di un Padova che è riuscito a deludere tutti, arrivando ad un passo da una mesta retrocessione in terza serie. «Noi abbiamo il dovere di crederci ancora, specialmente dopo questa vittoria. L'unica cosa che possiamo fare è dare tutto in campo e provare a vincere anche a Siena. C'è ancora speranza, io ci credo, ma non so dire se il Padova si salverà. Non è stato facile giocare in un clima surreale all’Euganeo, ma noi dovevamo solo pensare a vincere e così abbiamo fatto». Merito anche di Serena, che ha trovato nella sconfitta di Terni qualche indicazione giusta per dare una sterzata alla squadra. «Nella ripresa contro la Ternana avevamo fatto bene con il 3-5-2, il mister mi ha riproposto ala anche con il Pescara, visto che spingere mi piace molto». Dopo il gol ha alzato le braccia al cielo. Quante dediche ha? «Ho ringraziato il Signore e la dedica più grande è per mia mamma Maristella, che mi è sempre stata vicina e da quando sono arrivato a Padova vive con me. Ringrazio poi anche la società e l'a.d. Valentini, che mi aveva predetto il gol»