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Sport padovano, come si riparte? Ecco (in tre punti) cosa potrebbe fare l’amministrazione locale

Sport padovano, come si riparte? Ecco (in tre punti) cosa potrebbe fare l’amministrazione locale

Come può ripartire lo sport? Riprendiamo il tema dell’ultimo editoriale, affrontandolo da un altro punto di vista: quello degli enti locali. La crisi che sta per investire tutto lo sport necessita di grande attenzione anche da parte degli...

Redazione PadovaSport.TV

Come può ripartire lo sport? Riprendiamo il tema dell'ultimo editoriale, affrontandolo da un altro punto di vista: quello degli enti locali. La crisi che sta per investire tutto lo sport necessita di grande attenzione anche da parte degli amministratori locali. Troppo facile e immediato è pensare a contributi: non ci sono fondi nelle casse delle amministrazioni locali. I tempi delle elargizioni a pioggia, peraltro, sono finiti da tempo. Però gli amministratori locali, con un pò di ingegno, possono fare molto per non fa morire ed anzi far prosperare le realtà locali. Ecco tre proposte a costo zero:

1) Bisogna intervenire sulle tariffe di utilizzo degli impianti sportivi. Per le piccole società il costo dell'impiantistica sportiva ha un impatto, percentualmente, molto rilevante. Riuscire a lavorare su questa voce permetterebbe di dare liquidità alle società sportive che, per quanto piccole possano essere, hanno anch'esse una struttura di costi fissi imprescindibili da dover sostenere. Il Governo ha bloccato sino a giugno il pagamento degli impianti pubblici, ma non basta. E' chiaro d'altra parte che pure le amministrazioni locali non si possono permettere di rinunciare definitivamente e del tutto a queste entrate. Che fare? Potrebbe essere intelligente l'idea della rateizzazione degli importi dovuti, sia  per l'annata in corso (2019-2020) che per quelle a venire (2020-2021 e 2021-2022), permettendo alle società di pagare in 2/3 anni i costi di utilizzo degli impianti sportivi.

2) Bisogna evitare di organizzare eventi a go-go. E' una proposta contro-intuitiva. Di solito, per far vedere che tutto va bene, le amministrazioni locali si sforzano di portare quanti più eventi sul territorio. Va bene, è giusto. Ma in un momento di forte contrazione, come quello che ci attende, l'organizzazione di grandi eventi rischia di dragare troppe sponsorizzazioni locali verso tali eventi, deviandole dalla quotidiana vita delle società sportive del territorio. Ecco, quindi, che gli eventi rischiano di rivelarsi, se in eccesso, un problema per le piccole realtà del territorio, lasciandole con poche risorse a disposizione. E' fin troppo facile semplificare dicendo "basta tagliare i compensi" a giocatori ed allenatori, ma una società sportiva, per quanto piccola possa essere e per quanto possa avvalersi di collaboratori volontari oppure pagati a rimborso spese è comunque una piccola azienda. E quindi non basta dire "taglia di quà, taglia di là": per fare qualunque attività servono soldi. E gli eventi dragano queste risorse, sottraendole alle piccole realtà del territorio che fanno attività 365 giorni all'anno con l'utenza locale. Quindi gli amministratori locali dovrebbero decidere, per qualche mese, di farsi promotori di qualche evento in meno e di tagliare meno nastri, per concentrarsi di più sulla sostenibilità dello sport locale, che è quello che quando scompare è ben difficile da far rivivere.

3) Bisogna dare slancio agli investimenti. Sarà difficile che nei prossimi tempi una società sportiva voglia decidere di investire sull'impiantistica pubblica, in considerazioni dei tempi duri che ci aspettano. Allora, è necessario invogliare, in deroga alla regolamentazione regionale, i soggetti interessati ad investire negli impianti sportivi pubblici con la disponibilità a concedere convenzioni per la gestione degli impianti di durata più significativa (almeno 5 anni, se non 10). La durata della convenzione è fondamentale anche per garantire ai soggetti che intervengono con fondi propri sull'impiantistica pubblica un adeguato periodo per rientrare dall'investimento.