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1982-1983: il Padova di Bruno Giorgi torna in Serie B

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Flash dal passato: momenti di storia biancoscudata nella nostra rubrica del lunedì
Alessandro Vinci

La fine di un incubo. Questo rappresentò per i tifosi del Padova la promozione in Serie B della stagione 1982-1983. Il tanto atteso ritorno in cadetteria dopo ben quattordici anni di assenza durante i quali il Biancoscudo aveva persino sperimentato l'amaro sapore della C2, dopo essere stato calpestato dalla premiata ditta Farina-Pastorello prima, ma risollevato poi dal successivo presidente: Tonino Pilotto, che nel 1980, all'indomani della bruciante sconfitta nel famoso spareggio contro il Trento valevole per la promozione in C1, aveva promesso il raggiungimento della Serie B nel giro di tre anni. Ecco perché, dopo una stagione di assestamento in terza serie conclusa al sesto posto dagli uomini di un dimissionario Caciagli, l'estate del 1982 avrebbe dovuto lanciare il Padova verso la promozione, complici anche le grandi ambizioni dell'altro uomo forte della società biancoscudata: Marino Puggina. Per pianificare la nuova annata la scelta è quella di non perdere tempo, anzi, se possibile, guadagnarne il più possibile. Una volta tramontate le velleità di promozione di Pezzato e compagni, ecco dunque già il 25 aprile, a campionato ancora in corso, il cambio di direttore sportivo, con l'ex Treviso Enrico Alberti a sostituire Giambattista Pastorello, che abbandona la società dopo sette anni. Così come a campionato ancora in corso viene comunicato il nome del nuovo allenatore: Bruno Giorgi, ex terzino di Palermo e Reggiana, reduce da tre soddisfacenti esperienze alla guida di Nocerina, Campobasso e Modena. In sede di mercato, l'obiettivo è quello di permettere alla squadra di fare il decisivo salto di qualità, come da patti con il neoallenatore, che già in occasione della sua firma ufficiale con la società biancoscudata aveva dichiarato di considerare il Padova con un piede in Serie B. Gli acquisti sono pochi, ma mirati: tra i pali viene promosso titolare Claudio Maiani, ad affiancare in retroguardia Donati e Fellet arrivano Pasquale Fanesi dal Brescia e Fabrizio Salvatori (sì, proprio il ds della stagione 2012-2013) dal Pescara, mentre puntellano un centrocampo ed un attacco già competitivi gli acquisti rispettivamente di Franco Conforto dal Treviso e di Antonio Ravot, in prestito dal Cagliari. A far loro spazio nella rosa biancoscudata sono i vari De Toffol, Berlini, Sgarbossa, Massi ma, soprattutto, il capitano, Bepi Pillon, che si accasa al Prato dopo aver collezionato 129 presenze in biancoscudato nelle precedenti cinque stagioni. E così, dopo tre amichevoli disputate contro Catanzaro, Roma e Como, è tempo di scendere in campo per la prima gara ufficiale della stagione il 18 agosto sul campo del Genoa (compagine di Serie A), nell'ambito del girone eliminatorio di Coppa Italia che comprendeva anche Pescara (C1), Milan (B), Catania (B) e Juventus (A). Impossibile qualificarsi ai quarti di finale per il piccolo Padova, che chiude il raggruppamento al penultimo posto, a quota 3 punti, togliendosi però la soddisfazione di pareggiare 1-1, all'Appiani di fronte a ben 22000 spettatori, contro la Juve dei neoarrivati Boniek e Platini, nonché di freschi campioni del mondo quali Zoff, Gentile, Scirea, Tardelli e Rossi. A rispondere al vantaggio bianconero firmato Boniek, fu infatti, a dieci minuti dal 90', Cina Pezzato. Due settimane più tardi, poi, ecco il via al campionato sul campo del Fano, dove i biancoscudati cadono per 2-1, per poi riscattarsi la settimana successiva con un buon 2-0 interno sul Forlì (a segno l'immarcescibile Pezzato e Conforto). Il fattore Appiani, insomma, si fa sentire sin da subito, specialmente grazie al supporto dei circa 10000 tifosi che affollano ed affolleranno gli spalti dell'impianto di via Carducci in occasione di ogni gara interna di un Padova indicato dagli addetti ai lavori quale serio candidato alla promozione, come da intenzioni di Pilotto, Puggina ed Alberti. Non è dunque un caso che Cerilli e compagni vincano puntualmente anche le successive quattro gare interne contro Vicenza (1-0 il finale), Pro Patria (2-1), Treviso (2-1 con prima rete dell'ultimo arrivato Bozzi) e Triestina (1-0). Discreto anche il rendimento esterno, con una vittoria sul campo del Rimini, tre pareggi contro Piacenza, SPAL e Trento e due sconfitte subite per mano di Carrarese e Modena. Dopo dodici partite, gli uomini di Giorgi hanno dunque collezionato 15 punti. Una media senza dubbio onesta, ma per conquistare la Serie B occorre spingere sull'acceleratore. Accade però che, dopo aver impattato per 0 a 0 all'Appiani contro Mestre e Brescia nelle successive due gare interne (inframmezzate però dal successo di misura sul campo della Rondinella), il Padova rimedi la quarta sconfitta esterna del campionato contro il Parma. Fortunatamente, però, l'ultima giornata d'andata vede arrivare all'Appiani la modesta Sanremese, superata non troppo agevolmente per 2-1, con rete decisiva di Cavestro. Al giro di boa il Padova occupa dunque la terza posizione a quota 21 punti in coabitazione con Vicenza e Rimini a meno due dalla Carrarese ed a meno quattro dalla Triestina, squadre virtualmente promosse in Serie B. Insomma, nella seconda metà del campionato ci vorrà più continuità da parte dei biancoscudati per centrare l'obiettivo. A tal proposito, il mercoledì antecedente la sfida interna contro il Fano, la prima gara del girone di ritorno, Pilotto si presenta all'Appiani con un mago pronto a guarire i “mali” della squadra. Come la prese Giorgi? Non ne volle sapere nulla e rispedì lo strano individuo da dove era venuto. E non ebbe torto, poiché la domenica successiva i suoi ragazzi si imposero ugualmente sul Fano per 2-1, con reti di Manzin (acquisto del mercato di riparazione) e Cavestro, portandosi così solamente a meno uno dalla zona-promozione. E' l'ora dell'allungo decisivo. Ma Pezzato e compagni rispondono... assente. Arrivano infatti due 0-0 consecutivi contro Forlì e Piacenza. Fortunatamente però, le avversarie non ne approfittano. Il secondo posto, infatti, è sempre lì. A portata di mano ad un punto di distanza. Ma la squadra dà ancora la sensazione di non aver trovato la giusta amalgama. Di non riuscire ad esprimersi al cento per cento. Ecco spiegati i motivi che inducono Pilotto e Puggina, tre giorni prima della gara esterna contro il Vicenza, a spedire la squadra in ritiro a Riva del Garda. Una scelta che darà i suoi frutti “a scoppio ritardato”. Al Menti, infatti, arriva il terzo 0-0 consecutivo, ma a partire dalla domenica successiva il Padova inizia a viaggiare in perfetta media inglese, alternando successi interni contro Rimini, Carrarese e Modena a pareggi esterni contro Pro Patria e Treviso. Di fondamentale importanza la vittoria che matura all'Appiani contro i toscani allenati da Corrado Orrico: un 2-1 deciso da un rigore di Manzin allo scadere che proietta il Padova per la prima volta in zona-promozione. E così, ad otto giornate dal termine, i biancoscudati sono secondi in classifica, seguiti a ruota, ad una sola lunghezza di distanza, da una Carrarese che non riesce ad approfittare dei due successivi scivoloni degli uomini di Giorgi: il 10 aprile pareggio-beffa all'Appiani per 2-2 contro la SPAL, sette giorni più tardi ritorno alla sconfitta dopo undici turni al Grezar contro la capolista Triestina. Nonostante questi risultati, quindi, a sei giornate dal termine il Padova conserva ancora il punticino di vantaggio rispetto agli inseguitori. Si preannuncia un finale di campionato palpitante. Prima però, c'è da disputare per la prima volta il Torneo Anglo-Italiano, che prevedeva la partecipazione di due squadre italiane e di due squadre inglesi semiprofessionistiche. A rappresentare il Bel Paese, figurò, oltre al Padova, il Cosenza, mentre dall'Inghilterra arrivarono Wycombe Wanderers e Chelmsford City. Ecco, intendiamoci, non era certamente una competizione di grande prestigio (o meglio, non lo era più), ma non capita tutti i giorni di aver la possibilità di vincere un trofeo internazionale. Una volta che si è in pista, conviene ballare. Questo fu il pensiero di Pezzato e compagni, che il 23 aprile si imposero all'Appiani per 4-2 sul Chelmsford, qualificandosi per la finale, in programma due giorni più tardi. L'avversario? Il Cosenza, che aveva asfaltato per 4-0 il Wycombe, aggiudicandosi così il diritto di disputare lo scontro decisivo di fronte al pubblico amico del San Vito. Un fattore che si rivelò determinante. 2-0 il finale in favore dei calabri, con reti dell'ex Juve Longobucco e di Vittorio Petrella. Un vero peccato. Ma di tempo per piangere sul latte versato non ce n'è. Anzi, meglio riscattarsi nella volata finale del campionato. Detto fatto: pesantissimo tris di successi contro Trento (1-0), Mestre (0-1) e Rondinella (3-0), che catapulta il Padova a più quattro sul terzo posto a sole tre giornate dal termine. La promozione è ormai ad un passo, mentre diventa già realtà per la Triestina, indiscussa dominatrice del campionato. Il 22 maggio gli uomini di Giorgi sono di scena al Rigamonti di Brescia. Per festeggiare la promozione occorre conquistare un punto in più rispetto alle inseguitrici Carrarese e Vicenza. Ossia, col senno di poi, la vittoria, poiché la Lane cade in casa contro la SPAL, mentre i toscani impattano per 2-2 a Trento. Ma i due punti non arrivano. Anzi, è Pezzato a portarne a casa uno siglando la rete del definitivo 1-1 al 72'. Poco male, la festa è solamente rimandata di sette giorni. Anzi, forse è anche meglio così: vorrà dire che ci sarà la possibilità di ottenere la promozione di fronte ai propri tifosi, all'Appiani contro il Parma, come confessa scherzosamente lo stesso Pilotto. Senza badare al punteggio della Carrarese, per farlo basta un pareggio. Risultato che viene puntualmente realizzato di fronte a quasi 23000 spettatori festanti. E' di nuovo, finalmente, Serie B. La festa è tanto incontenibile quanto entusiastica sugli spalti prima e per le vie del centro poi, dove, tra il gioioso fracasso dei caroselli, vengono portati in trionfo in Piazza delle Erbe giocatori ed allenatore, coinvolti in eventi celebrativi anche nelle successive settimane. Ininfluente dunque la sconfitta che matura sul campo della Sanremese all'ultima giornata. Capocannoniere stagionale biancoscudato si laurea con 8 reti il trentaseienne Franco “Cina” Pezzato, vero idolo della tifoseria al pari di mister Giorgi che, in rotta con Pilotto, comunica già a seguito della gara contro il Parma di non voler proseguire la propria avventura sulla panchina biancoscudata, lasciando così il suo incarico da vincitore. Non è infatti un caso che oggi il suo nome sia annoverato tra quelli degli allenatori più amati della storia del Padova. Un Padova che grazie a lui tornò a rimirar, se non le stelle, almeno una categoria di rilievo e, soprattutto, l'entusiasmo dei propri tifosi.