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De Poli: “Petkovic? Sì, è seguito anche in serie A”. E Pillon deve fare una scelta difficile…

Tra le pieghe della corsa playoff si cominciano ad intravedere i primi spiragli della squadra che verrà. E c’è un reparto nel quale il Padova può vantare un patrimonio assoluto, due elementi sui quali può contare per il futuro, per la...

Redazione PadovaSport.TV

Tra le pieghe della corsa playoff si cominciano ad intravedere i primi spiragli della squadra che verrà. E c'è un reparto nel quale il Padova può vantare un patrimonio assoluto, due elementi sui quali può contare per il futuro, per la crescita economica e tecnica della società: Lazar Petkovic e Alessandro Favaro. Domani a Cuneo in campo andrà però uno solo dei due, e la battaglia non è mai stata così aperta. In vista della prossima estate, invece, il Padova è pronto a mettersi alla finestra: le sirene dei grandi club, ormai, hanno già cominciato a suonare con una certa insistenza. Il domani. Il portiere serbo, tornato per la prima volta in panchina dieci giorni orsono contro la Cremonese, si è lasciato definitivamente alle spalle l'infortunio al retto femorale che l'aveva fermato prima della trasferta di Bolzano, più di un mese e mezzo fa. Ma ora, dopo che Favaro con personalità e carattere ha dimostrato di avere - nelle ultime sette gare consecutive - tutte le carte in regola per insidiarlo, la scelta si fa ben più difficile. La palla passa a Pillon: starà solo al tecnico di Preganziol scegliere chi dei due lanciare domani sin dal 1’, e solo allora si capirà, forse definitivamente, se le gerarchie tra i pali saranno veramente cambiate. Il futuro. Entrambi portieri, entrambi nati nel 1995, entrambi interamente di proprietà del club di viale Rocco: non c'è solo il semplice talento a legare i due testimonial perfetti della rinascita biancoscudata. Il “tesoretto” che il Padova si è ritrovato in casa grazie alle felici intuizioni del suo direttore sportivo, Fabrizio De Poli, nella prossima estate potrebbe costituire la base portante sulla quale costruire la formazione 2016/17. Perché entrambi hanno dimostrato, quando sono stati chiamati in causa, di essere già pronti per giocarsi la categoria anche in una squadra che punti ai posti di vertice della classifica. E non è assolutamente una fantasia, a questo punto, pensare che in estate uno dei due possa, in presenza di una congrua offerta economica, prendere un'altra via. Alessandro Favaro ha dalla sua un contratto appena prolungato sino al giugno 2019, un'italianità che non guasta mai (in un mercato sempre più orientato alla crescita che alla spesa pura e semplice) e una padronanza tecnica che gli ha permesso di arrivare al livello di Petkovic, aiutato però dal fisico imponente. Il serbo, legato al Padova sino al 2017 (pur con un'opzione di rinnovo per altri due anni), ha già avuto un passato importante nella cantera del Milan, ha trovato con Max Allegri le prime panchine in Serie A, ha vissuto allo Spezia la sua prima esperienza nel professionismo. Potrebbe essere proprio quest'ultimo, tra qualche mese, l'oggetto del desiderio dei grandi club che potrebbe fare la fortuna delle casse biancoscudate? L'ammissione. «Sono due buonissimi portieri, tra i migliori della categoria e con prospettive importanti anche per campionati superiori». Fabrizio De Poli, che li ha portati a Padova, si starà già fregando le mani pensando a cosa potrebbe accadere da qui a qualche mese. E per la prima volta, pubblicamente, ammette che proprio Petkovic potrebbe avere un futuro lontano da Padova. «Su di lui ci sono da tempo squadre di Serie A, di B e pure qualche formazione estera. Ci sono stati dei contatti, e già dal mercato di gennaio è partito qualche pour parler con club di categoria superiore. Se mai si arriverà ad una proposta concreta, valuteremo il da farsi con tutte le parti in causa. Prima di far partire un giocatore come lui, ci penseremo bene. Ma se il risultato è il rafforzamento del club e della squadra...». Il futuro, insomma, è pronto ad essere riscritto. A cominciare da domani: a Cuneo giocherà uno solo dei due, e la decisione non sembra così scontata. (Da Il Mattino)