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tutto padova
Prima le parole di Sergio Vignoni, che ha criticato duramente la comunicazione del Padova, poi le lamentele di Doriano Tosi ("A Padova i posti erano già assegnati, non potevo lavorare con serenità"). Infine le dichiarazioni al vetriolo di Mauro Meluso, durante la partita Cesena-Padova, contro il direttore generale Gianluca Sottovia, volutamente "abbassato" di grado a segretario generale. Praticamente manca solo Favero e la banda degli ex direttori sportivi biancoscudati è al completo. Ma come mai sentono tutto adesso il bisogno di criticare il club nel quale, senza troppa gloria in verità, hanno lavorato negli anni passati? E' vero che è difficile salvare qualcosa del Padova di quest'anno, dunque le osservazioni mosse dai tre possono anche essere condivise, ma le frecciate a posteriori sanno tanto di voglia di rivalsa. Avessero fatto qualcosa per cambiare lo status quo nel periodo in cui ci lavoravano nel Padova, e non a distanza di anni, sarebbero stati certo più apprezzati. Ma, evidentemente, deontologia e principi professionali vengono dopo la busta paga. Per carità, nessuno ne fa loro una colpa, ma certo chi adesso sta soffrendo per i colori biancoscudati poco se ne fa dei "ve lo dicevo io" dei vari Meluso, Vignoni e Tosi. Anzi, danno piuttosto fastidio.
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