primo piano

Il Mattino: gli interessi di Cestaro a evitare il fallimento e il ruolo di Bitonci

Perchè Marcello Cestaro, nonostante abbia ribadito di non voler più mettere piede a Padova (“nemmeno con l’oro in mano”) si sta dando da fare per evitare il fallimento, rendendosi disponibile a incontrare il sindaco e Diego...

Redazione PadovaSport.TV

Perchè Marcello Cestaro, nonostante abbia ribadito di non voler più mettere piede a Padova ("nemmeno con l'oro in mano") si sta dando da fare per evitare il fallimento, rendendosi disponibile a incontrare il sindaco e Diego Penocchio? Se lo chiede Il Mattino, che, dietro al possibile (e più che giustificato) senso di colpa verso l'attuale situazione del Calcio Padova, vede anche motivazioni ben più "concrete". Il proprietario della Unicomm - si legge sul quotidiano - ha tutto l’interesse a far sì che il suo secondo “amore” sportivo (il Padova, appunto, dopo il Famila basket femminile) non sparisca, perché la cancellazione della società significherebbe fallimento. E il fallimento tirerebbe dentro proprio il gruppo di Dueville, azionista di maggioranza del club di viale Nereo Rocco sino all’inizio di quest’anno, anche dopo la ricapitalizzazione di 200 mila euro decisa in seguito al passaggio di proprietà avvenuto a fine giugno 2013. Con un’indagine in corso da parte di Procura e Guardia di Finanza che, oltre a sviscerare i rapporti poco chiari con il Parma, ha portato alla luce il “patto segreto” stipulato al momento della cessione fra Unicomm e Gsport-Penocchio, l’interesse prioritario dell’imprenditore vicentino è quello di salvare se stesso e la propria immagine, insieme alla società di cui è stato proprietario per una decina d’anni. L’altro giorno è stato esplicito: «Se si fallisse, bisognerebbe spararsi in fronte». Una frase che fa capire quanto sia in tensione. Le mosse del Palazzo. Ieri avrebbe dovuto andare in scena, come annunciato dallo stesso cavaliere, il doppio incontro con Bitonci e Penocchio. Ma Cestaro non ha visto nessuno dei due. Ha parlato il primo cittadino, in compenso. Annunciando che organizzerà un summit fra le parti nelle prossime ore (ma non si sa dove e quando) e ribadendo che «il lavoro fatto a giugno è stato importante per dare una mano». Oltre a questo, però, l’amministrazione comunale non può spingersi, semmai «siamo pronti a rivedere la nostra posizione sugli impianti (canone d’affitto dello stadio, utenze per luce, acqua e gas, ndr)». Insomma, non si può chiedere all’Ente pubblico di sponsorizzare il Padova perché «non ce lo permetterebbero i padovani stessi e perché soprattutto non lo consentirebbe la Corte dei Conti». Quanto alla posizione dell’ex presidente, ha chiarito: «Capisco che non voglia esserci in prima persona, tuttavia è anche vero che ci sono altri imprenditori che potrebbero impegnarsi, sapendo di non essere da soli. L’importante è che uno di tali soggetti parta per primo...». Già, ma chi?