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Il Padova oggi in maglia blu, spazio alle seconde linee

Bentornato in Lega Pro, caro Padova. Bentornato nel calcio che conta, in una dimensione che, anche se solo in parte, rende finalmente giustizia al tuo nome e alla tua storia. Misurarsi con il dilettantismo è stata una prova durissima, per te e...

Redazione PadovaSport.TV

Bentornato in Lega Pro, caro Padova. Bentornato nel calcio che conta, in una dimensione che, anche se solo in parte, rende finalmente giustizia al tuo nome e alla tua storia. Misurarsi con il dilettantismo è stata una prova durissima, per te e per i tuoi tifosi: oggi, dopo averla vinta tutti insieme, all’Euganeo sarà il momento di festeggiare davvero. Contro il Kras Repen arriva la prima delle tre sfide che chiudono il campionato: tre passerelle vere e proprie, e a sfilare non sarà solo una squadra capace di divorarsi gli avversari e di festeggiare la promozione con tre turni di anticipo, ma anche tutto un popolo che ha saputo stringersi nel momento più buio della sua storia ultracentenaria. Carmine Parlato, l’uomo della provvidenza, sazio non lo è ancora. Può dare spazio a qualche giocatore poco utilizzato, e non si preoccupa per le tante assenze (Sentinelli, Niccolini, Salvadori e Segato squalificati; Mattin e Aperi infortunati). È il momento di dimostrare che il Padova è tornato davvero, che insieme ai suoi tifosi è pronto a lanciarsi in una nuova avventura. «Dobbiamo rispettare il nostro popolo, la nostra tifoseria e la nostra città: vogliamo che già quella di oggi sia una festa sotto tutti i punti di vista, il Padova non regalerà niente», affila gli artigli il tecnico dei record, «Troveremo un Kras motivato, a cui servono come il pane i punti, ma noi proveremo fino alla fine a renderla una giornata di festa: i ragazzi se la sono meritata». Il campionato è già in cassaforte. Cosa chiede alla squadra in queste ultime tre gare? «Di vincere, di divertirsi e di accrescere ancora il punteggio in classifica. Anche se abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo, mi piacerebbe molto raggiungere i punti con cui avevo ottenuto le due precedenti promozioni: me ne bastano 5 per agguantare gli 83 del Rovigo, 7 per arrivare agli 85 del Pordenone. A me non piace perdere, anche quando le motivazioni sono comprensibilmente basse. Se poi riuscissimo a ritoccare ancora di più il record di vittorie, sarebbe il top». Può essere che la squadra scenda in campo troppo rilassata? «Io credo di no, eventualmente ci potrebbe essere poco equilibrio nella fase iniziale di gara. È vero che tutti i ragazzi si sono sempre allenati insieme, ma non ci era mai capitato di avere così tante assenze tra squalifiche e infortuni: nei primi 20 minuti dovremo essere molto concentrati e stare attenti. Nella mia carriera nessuno mi ha mai regalato niente, basti pensare a ciò che è successo a Legnago la settimana scorsa. Come è giusto che sia, alla base del nostro lavoro c’è prima di tutto un’etica: proveremo a portare a casa i tre punti senza regalare niente agli avversari, se poi non ci riusciremo, in questo caso andrà bene lo stesso». Che accoglienza si aspetta all’Euganeo? «Sarà una bellissima emozione. Potrò anche dare spazio a qualche giocatore meno utilizzato, ma non chiamiamolo turnover: chi avrebbe meritato di giocare, ma per scelte tecniche è stato costretto a star fuori, adesso avrà la sua occasione. È giusto che ogni mio ragazzo si goda la festa e giochi con serenità e voglia di dimostrare il proprio valore». Su chi punterà? «Sono indeciso se far giocare Cicioni o Lanzotti: se scelgo la prima opzione dovrò inserire un giovane sulla linea dei trequartisti, per esempio Busetto o Pittarello, viceversa potrei schierare un over in più (Petrilli, ndr) là davanti. Mi spiace che non possano esserci Mattin e Aperi, due splendidi ragazzi che fuori dal campo hanno sempre dato vitalità ai loro compagni, nonostante fossero loro quelli più bisognosi di una pacca sulla spall