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Thomassen non ci sta: “Umiliato dal Padova, mi hanno buttato come una scarpa vecchia”

«Questa non è la reazione rabbiosa di un giocatore scartato. È la delusione di un uomo che si è sentito preso in giro». Il giorno dopo l’esclusione a sorpresa dalla rosa del prossimo Padova, Dan Thomassen ci accoglie a Reschigliano, insieme...

Redazione PadovaSport.TV

«Questa non è la reazione rabbiosa di un giocatore scartato. È la delusione di un uomo che si è sentito preso in giro». Il giorno dopo l’esclusione a sorpresa dalla rosa del prossimo Padova, Dan Thomassen ci accoglie a Reschigliano, insieme alla famiglia. Ha tante cose da dire, perché nell’ultimo mese è successo tutto e il contrario di tutto, e la sua conferma, un tempo scontata, due giorni fa è diventata un progetto mai sbocciato. Il riassunto dei fatti è affidato allo stesso difensore danese: «A fine maggio il direttore De Poli ha espresso il piacere che io rimanessi a Padova. Sono andato a parlarci di nuovo il 16 giugno, e mi è stata fatta un’offerta economica alla quale io sul momento ho replicato: mi sono stati offerti 24 mila euro, io ne ho chiesti 30. Quindi sono andato in vacanza in Danimarca con la consapevolezza che per la differenza di 6 mila euro il diesse avrebbe dovuto parlare con la proprietà, ma il problema economico non c’è mai stato, avrei accettato qualunque contro-proposta». Poi cos’è successo? «Ti chiamo domani, al massimo dopodomani, mi ha detto. Invece De Poli non s’è più fatto sentire. Giovedì mi ha chiamato dopo pranzo chiedendomi di passare in sede: avevano cambiato idea su di me». Perché raccontare pubblicamente questa vicenda? «Premetto: qui non sto discutendo la scelta tecnica, ma le modalità. Ritengo, da parte di una società che ha grossi obiettivi per il futuro, che non ci sia stato un comportamento professionale. Di fatto, le cose vengono ancora fatte da dilettanti: nei confronti di chi è venuto qui quest’anno, ha vinto il campionato, a Padova è nato calcisticamente e ha appena superato le cento presenze, mi sarei aspettato almeno un trattamento rispettoso dell’uomo». E fino a due settimane fa non se lo sarebbe nemmeno immaginato... «Sono stato l’unico confermato e poi scaricato: in sedici anni di carriera un trattamento del genere non l’avevo mai ricevuto, mi ha fatto male che sia avvenuto proprio a Padova. Mi hanno deluso profondamente, perché si sono esposti pubblicamente nei miei confronti, hanno aperto una trattativa e poi hanno voltato pagina: io non sono un burattino, da prendere e spostare a piacimento». Questa conclusione renderà amaro il ricordo di questa stagione? «Quello rimarrà, insieme all’affetto di una piazza per cui nutro grandissima stima e che ringrazio per essersi dimostrata così vicina alla squadra. Sarebbe bastato così poco, per finire in bellezza. Ma il ricordo di questo campionato non me lo toglierà nessuno».