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Kouame, gol e sorrisi. Ma c’è l’ombra di una lunga squalifica

Dalla paura per una lunga squalifica al gol che ha spinto il Cittadella verso i sedicesimi di Coppa Italia, grazie alla vittoria per 3-0 sul Bologna. Una rete liberatoria, servita a Christian Kouamé per ritrovare serenità e alleggerire la mente...

Redazione PadovaSport.TV

Dalla paura per una lunga squalifica al gol che ha spinto il Cittadella verso i sedicesimi di Coppa Italia, grazie alla vittoria per 3-0 sul Bologna. Una rete liberatoria, servita a Christian Kouamé per ritrovare serenità e alleggerire la mente dopo giorni difficili e pieni d’angoscia. Tormenti che la giovane promessa granata ha spazzato via a modo suo: concentrandosi sul campo, con il sorriso. Tre settimane fa l’attaccante era finito al centro del caso di immigrazione clandestina scoperchiato dalla Procura di Prato. Secondo gli inquirenti Kouamé è uno dei baby calciatori che Prato e Sestese avrebbero prelevato dall’Africa e introdotto in Italia grazie a documenti falsi.

Fino a quattro anni fa Christian trascorreva i pomeriggi giocando a calcio nelle strade di Bingerville, villaggio dimenticato a sud della Costa d’Avorio. Poi, nel 2013, Filippo Giusti, presidente della Sestese, Filippo Pacini, procuratore sportivo e Paolo Toccafondi, numero uno del Prato, si accorgono di lui e decidono di portarlo in Italia. La carriera di Kouamé procede spedita: il Prato lo lancia tra i professionisti, poi arrivano le esperienze (brevi) all’Inter e al Sassuolo. Lo scorso anno Christian va in prestito al Cittadella: 15 presenze e due gol in SerieB. A giugno il club veneto esercita il riscatto dal Prato per quattrocentomila euro. Oggi la Procura indaga sulle documentazioni utilizzate per ottenere il permesso di soggiorno e il tesseramento con il club toscano.

L’inchiesta prosegue a ritmi serrati. Pacini ha ammesso la sua colpevolezza e chiesto un patteggiamento per un anno e nove mesi, Giusti si è visto revocare gli arresti domiciliari, mentre Toccafondi continua a dichiararsi innocente. Il 24 luglio anche Kouamé si è presentato davanti ai magistrati per dimostrare di non essere a conoscenza della frode. Il rischio è una lunga squalifica, ma Kouamé vuole allontanare i brutti pensieri. E finora ci sta riuscendo, con i gol e con il sorriso. Proprio come al Dall’Ara. (Da La Gazzetta dello Sport)