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Pavin e il sigaro nel tombino: questa volta la scaramanzia ha funzionato

Il vice-presidente granata pensa al grande presidente rimasto nel cuore di tutti, plaude a Marchetti e ad Andrea Gabrielli: «Mi ha ricordato il papà»

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino:

L'anno scorso, di questi tempi, girava con una barba lunga e candida ad incorniciargli il mento. «Era per un voto che avevo fatto, ma non è servito ad evitare la retrocessione». Ne sorride, adesso, Giancarlo Pavin, vicepresidente del Cittadella, ricordando quei mesi sportivamente difficili e sfortunati. «Da credente so benissimo che le superstizioni lasciano il tempo che trovano, ma, cosa volete, capita di aggrapparsi pure a quelle. Non ho mai portato la barba lunga in vita mia, se non in un anno in cui abbiamo stravinto il campionato Interregionale. E così mi sono detto: chissà che non porti bene di nuovo. Invece...». Quest'anno non è stato necessario ricorrere alla scaramanzia, se non altro. «In realtà una l'ho conservata lo stesso, quella del toscano». Continua a lanciarlo nel tombino di fronte alla sala-stampa? «Già. Non sono certo un accanito fumatore, ma al sigaro non rinuncio, un'oretta prima di ogni partita casalinga. Poi, quando è terminato, lo getto nel pozzetto: se entra dentro, è un buon segno». Deve aver centrato il bersaglio spesso, nel corso di questo campionato, dato che il Citta ha vinto 11 gare interne, che potranno diventare 12 domani, nel caso di successo sulla Cremonese. «Chi mi vede mi prende in giro, dicendo che non serve che mi metta a prendere più di tanto la mira, con la squadra che abbiamo...». Torniamo seri, allora. Ha qualche dedica speciale per questa promozione? «Anticipo quello che dirò domani pomeriggio in piazza Pierobon, nella festa con i tifosi: la dedica non può che essere per Angelo Gabrielli, perché è soltanto grazie a lui e a quello che ha insegnato a tutti noi se questa barca continua a navigare. D'altra parte, oggi ci sono tante persone da ringraziare: è persino superfluo ricordare Stefano Marchetti che, fra i vari meriti, ha quello di aver portato qui un allenatore preparato e abilissimo nel gestire il gruppo come Roberto Venturato. Ma le parole più sentite vanno spese per la famiglia Gabrielli, e per Andrea in particolare, non solo per il peso economico ma anche per come è stato sempre presente, mettendo tutti nelle condizioni di lavorare al meglio. E mi ha anche ricordato suo padre Angelo». In quale momento? «Quando, due minuti dopo la retrocessione, e mentre più di qualcuno si chiedeva “che succederà adesso?”, si è presentato a voi giornalisti e ha detto a tutti: “Ripartiamo per tornare subito in B”. Lì ho pensato istintivamente ad Angelo e a quando, dopo 7 sconfitte consecutive di Glerean, chiarì pubblicamente: “Se qualcuno pensa che lo manderò via, si sbaglia di grosso”. Un vero presidente si vede in situazioni del genere». Ieri, intanto, il gruppo ha lavorato al completo agli ordini di Venturato, tolto il solo Bobb. Stamattina seduta di rifinitura prima delle convocazioni.