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I numeri danno ragione a Pea

Di seguito parte dell’articolo de Il Mattino di oggi, sul confronto tra Pea e Colomba: Il campionato è praticamente finito, eppure tutto ciò che riguarda il Padova e il suo perimetro calcistico alimenta discussioni e forum come e più di...

Redazione PadovaSport.TV

Di seguito parte dell'articolo de Il Mattino di oggi, sul confronto tra Pea e Colomba:

Il campionato è praticamente finito, eppure tutto ciò che riguarda il Padova e il suo perimetro calcistico alimenta discussioni e forum come e più di quando si gioca. La maggioranza degli appassionati vorrebbe un nuovo attestato di stima nei confronti del tecnico di Casalpusterlengo, uscito fra gli applausi sabato dopo l’1-1 con lo Spezia, gli altri (minoranza) suggeriscono invece un’inversione di tendenza. I confronti. Paragonare il cammino e i risultati dell’attuale mister con il collega che gli è subentrato e che poi, a sua volta, è stato da lui stesso sostituito, è il minimo che si possa fare: e i numeri (che riportiamo nella tabella a fianco) non possono essere confutati. Pea ha fatto meglio, in tutti i sensi, di Colomba. Parliamo soprattutto del primo Pea, che a metà dicembre, esonerato dopo le due sconfitte di fila con Novara e Sassuolo, aveva, sì, 26 punti ufficiali in classifica ed era a - 2 dai playoff, ma in realtà ne aveva messi insieme 28 in 19 partite e nel quartetto delle squadre in corsa per gli spareggi-promozione c’era, eccome! Con Franco Colomba, invece, il Padova ha subìto lo stesso numero di sconfitte (5), ma in meno giornate, ed è rimasto ugualmente fuori dalla zona promozione, crollato a Bari dopo aver perso all’Euganeo con Vicenza e Pro Vercelli. La seconda gestione di Pea, dopo un avvio negativo, è stata decisamente positiva, soprattutto perché è riuscito a rimettere in carreggiata un gruppo smarritosi di brutto al punto da ritrovarsi pericolosamente vicino alla zona playout. In totale, nelle 28 partite disputate con lui, la squadra ha ottenuto 39 punti, media ben superiore a quella di Colomba. Numeri incontestabili. Compito più difficile. Ci sono tanti altri aspetti, che qualcuno si guarda bene dall’analizzare preferendo parlare di “destabilizzazione nello spogliatoio” e di “terra bruciata intorno a sè e al suo staff” per giustificare l’ostracismo a Pea, che vanno approfonditi. Noi ci permettiamo di elencarne alcuni. 1) La preparazione estiva condotta a Bresseo, su precisa indicazione della società per poter risparmiare a livello di costi, sino alla 19ª giornata aveva prodotto buoni risultati. La preparazione invernale di gennaio, sempre a Bresseo, portata avanti da Colomba e dai suoi collaboratori ha causato, invece, ben altri effetti. 2) Pea contava su una difesa imperniata su Piccioni, poi infortunatosi, e su un centrocampo impostato sulle “scommesse” Nwankwo e Viviani. In più aveva Granoche terminale offensivo. Colomba ha giocato con Iori, De Feudis e ha avuto Dellafiore in più dietro, mentre su Bonazzoli ha potuto far conto solo una volta, in casa, contro la Pro Vercelli. Chi disponeva di maggiore tasso tecnico e più esperienza in mezzo fra i due? 3) Psicologicamente, è più complicato (ri)prendere in mano un gruppo a rischio playout e salvarlo che uno appena uscito dai playoff e in posizione decisamente più tranquilla, oltretutto con 5 mesi di gare ancora davanti per recuperare. 4) E di Baraldi e Salvatori che dire? Se ad un certo punto Pea se li è ritrovati contro (e ancora non ci è stato spiegato il perché, questo va ripetuto sino alla noia), Colomba ha potuto muoversi tutelato al massimo dagli stessi due dirigenti, senza che nessuno gli remasse contro, anzi... Così le regole sono saltate perché era un quieto vivere per tutti. Quando il mister è tornato, Cestaro ha capito benissimo cosa doveva fare per rimediare all’errore commesso e ha preteso che intorno alla squadra ci fossero solo Ronci e De Franceschi. 5) Pea aveva avuto un duro scontro verbale con i medici per i primi, seri infortuni patiti da alcuni giocatori. Sbagliava lui o qualcosa non tornava fra diagnosi, prognosi e terapie? E come mai con Colomba lo stillicidio è aumentato, invece di ridursi? Sempre colpa del suo predecessore? Questo per ristabilire le cose come stanno. E senza sottovalutare il grosso problema emerso nell’attuale stagione: troppi galli nello stesso pollaio, e tutti interessati a tirare acqua solo al loro mulino. Chissà se si farà ammenda dei tanti errori, ai vari livelli societari...