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Padova, il bilancio di Brevi: “Mancato un leader, problemi con lo staff medico, multe ai giocatori poco professionali. Difficile lavorare a Padova”

Improvvisa e inattesa, è stata programmata per le ore 16 di questo pomeriggio una conferenza stampa del tecnico del Padova Oscar Brevi, che incontrerà i cronisti all’Euganeo. Normali saluti di fine stagione oppure importanti dichiarazioni...

Redazione PadovaSport.TV

Improvvisa e inattesa, è stata programmata per le ore 16 di questo pomeriggio una conferenza stampa del tecnico del Padova Oscar Brevi, che incontrerà i cronisti all'Euganeo. Normali saluti di fine stagione oppure importanti dichiarazioni in arrivo? Scoprilo con noi in tempo reale.

Brevi: "Era giusto ritrovarsi per fare un bilancio dell'annata. Comincerei dai numeri. Abbiamo iniziato l'8 luglio e abbiamo trovato qualche difficoltà iniziale perché la squadra aveva bisogno di conoscersi. Fino a metà campionato il percorso è stato buono, il Venezia si trovava a breve distanza, dunque eravamo in linea con gli obiettivi societari. Sempre nel girone d'andata, poi, abbiamo utilizzato dodici over, tra cui Germinale, Filipe e De Risio che però hanno giocato poco per i motivi che conosciamo. Poi, al termine del mercato di gennaio avevamo cinque attaccanti, ma poco dopo si è fatto subito male Fantacci, quindi ci siamo trovati in difficoltà. Questa non è una giustificazione ma solamente un riepilogo generale. Alla fine il Padova è stato la seconda miglior difesa e in quinto miglior attacco. Di meglio in C1 qui lo si è fatto per l'ultima volta trent'anni fa, nell'86-'87. E questo dimostra che lavorare a Padova comporta alcune difficoltà in più. Sì, è vero il girone di ritorno è stato complicato. Abbiamo creduto di poter compiere il miracolo di recuperare il Venezia, ma purtroppo non ci siamo riusciti. Quindi se non ci fosse stato uno squadrone del genere il Padova si sarebbe giocato la promozione diretta fino alla fine. Il Venezia aveva una rosa molto più ampia, con sette attaccanti e molti giocatori bandiera. Infatti noi ci siamo trovati a corto di elementi in avanti. De Cenco non giocava da un anno, Alfageme e Neto sono stati infortunati, quindi Altinier ha dovuto tirare da solo la carretta. Tolto lui, gli altri attaccanti hanno reso secondo me al di sotto delle loro possibilità. Insomma, ci è mancato il potenziale offensivo nel momento topico del campionato. In difesa e a centrocampo il bilancio invece è molto positivo. Bindi è stato premiato miglior portiere della Lega Pro ed ha subìto anche pochi gol. I giovani? La rosa è stata utilizzata principalmente con gli over, è vero. I nostri erano giovani di valore ma venivano da piazze in cui le pressioni erano diverse. Giocare a Prato, ad esempio, non è come giocare a Padova. I giovani hanno dunque reso meno, ma sono comunque giocatori di valore. Avevano solamente bisogno di ambientarsi. Per quanto riguarda invece i playoff, premesso che gli errori sono stati fatti anche in campionato, al 71' eravamo andati sul 2-1. Ma negli ultimi venti minuti non abbiamo buttato il cuore oltre l'ostacolo. Niente ammoniti, niente espulsi, niente crampi. Quindi non solo abbiamo fatto male i primi settanta minuti, ma gli ultimi venti sono stati addirittura inaccettabili. I ragazzi non mi sono piaciuti e lo sanno, perché io sono un combattente e non mi sono rispecchiato nella mia squadra. Al di là di questo, comunque, ringrazio i miei giocatori. Non mi sento assolutamente tradito. Ma è vero che abbiamo peccato di poca personalità nelle fasi cruciali. A volte bastano solamente un paio di giocatori per trascinare gli altri, ma purtroppo nel calcio ci sono situazioni che a volte non riesci a spiegarti. Sì, è mancato un leader sia in campo che nello spogliatoio. Se si poteva fare meglio a gennaio? La società e il direttore hanno fatto il massimo. Il Parma ha potuto acquistare sei giocatori di B e uno di A. Il peso specifico era diverso, ma alla fine noi abbiamo fatto lo stesso tipo di campionato dei ducali. E' così che funziona: a volte si spendono cifre spropositate e si impiegano dieci anni per salire, dato che si rivoluziona sempre la squadra. In altri casi, invece, nel giro di due-tre anni si riesce a costruire qualcosa di importante lavorando con pazienza e facendo tesoro dei propri errori. Per questo dico che questa squadra rappresenta già un'ottima base che andrebbe puntellata solamente con due o tre innesti. Io non sto cercando di difendermi, ma sto solo esprimendo le mie idee con l'amarezza dello spareggio perso. Ma purtroppo in Lega Pro è complicato costruire rose complete e adeguate alla difficoltà del campionato. Dovevamo sperare di non dover affrontare tanti problemi tutti insieme, ma non abbiamo avuto questa fortuna. Le poche soluzioni tattiche utilizzate? Non avevamo le caratteristiche per giocare col trequartista. Infatti Dettori non sa giocare spalle alla porta e trovare gli spazi. Poi è giusto che ognuno abbia il suo pensiero e le sue idee. Io ho solamente voluto dire le mie. Errori che non rifarei? Di errori ne fanno tutti, mi rammarico per non aver avuto un attaccante in più, ma non voglio parlare di ciò che non ha funzionato. Io ho solamente portato dei numeri. E ho detto, ripeto, che è da trent'anni che in Serie C1 qui a Padova non si fa meglio. Quindi lavorando in questa piazza si trovano difficoltà. Io la storia del Padova la conosco bene, so che la squadra è stata anche in Serie A. Quindi non vorrei essere frainteso, anche perché ho allenato varie società blasonate come Como, Cremonese e Catanzaro, dove parlavano ancora di Palanca. La società? Non mi sono mai sentito solo, anzi, ci siamo tutti trovati nella situazione ideale per lavorare. La "bella vita" dei giocatori? E' inconcepibile per me, che ho giocato in Serie A fino a quarant'anni. In una squadra ci sono regolamenti da rispettare, ma noi non possiamo fare gli investigatori privati. Sta alla correttezza di ciascuno dei giocatori comportarsi da professionista e, nel caso dei più giovani, "fare serata" nei giorni giusti. C'è stata comunque qualche multa per episodi del genere. Le analisi del sangue le avevamo comunque solamente fatte per valutare la preparazione, i valori e l'alimentazione. Le tentazioni a Padova ci sono perché è una bella città. Lo staff medico? Abbiamo avuto problemi anche in quell'ambito. Ma non sto scaricando assolutamente le responsabilità. Il mio futuro? Sono a disposizione fino al 30 giugno. Accetterò le decisioni della società e, se non verrò riconfermato, ringrazierò tutti. Avevamo iniziato a fare qualche chiacchierata informale per il futuro già qualche mese fa, ma a volte i risultati possono far cambiare idea alle persone. Il possibile esonero di Bolzano? Non ne sapevo nulla, l'ho letto sui giornali. Se una società ti esonera ti chiama e te lo dice, non ti comunica che sei in bilico. L'errore che mi imputo? Puntare a una migliore situazione di classifica. Ma fa parte del mio carattere. In quel caso avrei magari dovuto rallentare, ma è facile parlare col senno di poi. Anche perché non potevo immaginare che Alfageme, Neto Pereira e De Cenco si sarebbero infortunati".

Qui il video integrale della conferenza stampa.