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Padova, quanto incidono i Valentini in società ?

Prima Dario Marcolin, colpevole di aver raccolto la miseria di un solo punto (il pareggio con il Latina) in sei partite (la settima, con il Carpi, è stata sospesa), adesso Alessio Secco, il direttore sportivo reo, agli occhi del presidente Diego...

Redazione PadovaSport.TV

Prima Dario Marcolin, colpevole di aver raccolto la miseria di un solo punto (il pareggio con il Latina) in sei partite (la settima, con il Carpi, è stata sospesa), adesso Alessio Secco, il direttore sportivo reo, agli occhi del presidente Diego Penocchio e dell’amministratore delegato Andrea Valentini, di aver portato a Padova giocatori poco motivati e che hanno reso ben al di sotto delle aspettative. In sei mesi, da luglio a sabato 4 gennaio, la nuova proprietà della Spa biancoscudata ha azzerato la coppia tecnica su cui aveva puntato per iniziare la sua avventura in Veneto. All’esonero dell’allenatore bresciano, subito dopo il k.o. di Modena, è seguita, 48 ore fa, la risoluzione consensuale del rapporto con il dirigente torinese, che proprio ieri ha compiuto 44 anni e che si è rifugiato al Sestriere con la famiglia per smaltire la comprensibile delusione di una seconda avventura lontano dal suo Piemonte finita prima del previsto (la prima è stata a Modena). Rottura insanabile. Le indiscrezioni parlano di un duro alterco, non confermato da alcuna delle due parti, tra il patron bresciano e il diesse dopo la sconfitta, il 29 dicembre scorso, di Avellino, ultima del girone d’andata. Ovviamente, le urla di Penocchio e la sua sfuriata al Partenio al termine della partita sono state la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo da tempo. Parliamo pure di mesi, non di settimane, nonostante smentite, sorrisi forzati, dichiarazioni solo all’apparenza distensive da parte dei diretti interessati. Perché tanta tensione? Per due ragioni soprattutto: la progressiva sfiducia dell’a.d., amico di famiglia di Penocchio, nei confronti dell’ex juventino (figlio del rag. Sergio Secco, ex dirigente e braccio destro di Giampiero Boniperti durante la sua presidenza bianconera), e l’impossibile convivenza con Marco Valentini, 37 anni, figlio dello stesso Andrea, direttore sportivo dell’Ascoli la scorsa stagione, e in passato di Messina, Salernitana, Reggiana e Maceratese, chiamato in estate a ricoprire il ruolo di responsabile dell’area tecnica, dunque a lavorare fianco a fianco con Secco. Conflitto di interesse. Nella tarda mattinata di sabato il direttore sportivo del Padova è stato convocato a Cellatica, dove abita Penocchio, per il confronto decisivo. Sono bastati pochi minuti per arrivare al dunque: l’impossibilità, da parte dello stesso ds, di continuare ad avere rapporti professionali con gli altri dirigenti in sintonia con le proprie aspettative ma, soprattutto, con la propria figura. E qui si pone il vero “nodo” venuto al pettine: il palese conflitto di interessi tra Valentini senior e junior e lo stesso Secco. Marco si è sempre o quasi sovrapposto al collega, sostenuto dal genitore, al quale evidentemente interessa avere un ruolo decisionale, all’interno del club di viale Nereo Rocco, preponderante su tutto. Non è un mistero che negli stessi rapporti con il personale di G-Sport, il socio di Penocchio a cui Cestaro ha versato i 2,5 milioni di euro della sponsorizzazione, Andrea Valentini non vada tanto per il sottile, alzando spesso la voce e creando tensioni. Imborgia è fuori gioco. In un mese cruciale per il futuro stesso della squadra, oltrechè della società, passata interamente nelle mani di Penocchio dopo l’acquisizione, come da accordi, del 52% delle quote Unicomm di Cestaro, la promozione di Valentini jr. non comporterà altri cambiamenti o innesti nell’organigramma. Sarà lui, e soltanto lui, a condurre le operazioni di “mercato”, su questo Penocchio, nell’intervista che potete leggere a parte, è stato categorico. Antonino Imborgia, fidato collaboratore di Pietro Leonardi, amministratore delegato del Parma, dimessosi pochi giorni fa dal club ducale, non lavorerà in alcun modo per il Padova. Come dire: tutto in mano ai Valentini.