tutto padova

Sabatini su Morosini: “Un velo di tristezza nei suoi occhi”

Carlo Sabatini, ex allenatore del Padova nel periodo in cui Morosini giocò in biancoscudato, ricorda così a Il Mattino lo sfortunato giocatore: “Aveva 19 anni Piermario, era già orfano e in lui non potevo non intravedere quel velo di...

Redazione PadovaSport.TV

Carlo Sabatini, ex allenatore del Padova nel periodo in cui Morosini giocò in biancoscudato, ricorda così a Il Mattino lo sfortunato giocatore: “Aveva 19 anni Piermario, era già orfano e in lui non potevo non intravedere quel velo di tristezza per tutto ciò che era stato costretto a passare. Eppure mi colpiva la positività con cui stava reagendo all’avversità degli eventi. Siamo stati a stretto contatto per due estati, lui ha girovagato molto in prestito, ma per la preparazione estiva tornava a Udine e con la rosa extralarge di cui disponevamo, spesso assieme ad altri giocatori lo allenavo a parte io. Mi piaceva come centrocampista, ero sicuro si sarebbe riuscito a ritagliare il proprio spazio in serie A. Per questo a gennaio 2010, quando De Franceschi mi propose il suo acquisto al Padova, non ci misi un attimo ad accettare. Ma arrivò nel momento più delicato di una stagione piuttosto tempestosa, non certo la situazione migliore per lui, reduce da una prima parte di campionato a corrente alternata con la Reggina. Non giocò molto, eppure mai, nemmeno una volta, si permise una parola fuori posto. Era un ragazzo d’altri tempi Piermario Morosini, di un’educazione esemplare. Introverso, ma dalla disponibilità innata e tutte le volte in cui era stato chiamato a scendere in campo, anche a partita in corso, aveva risposto con professionalità e dedizione assoluta. Si penserà: quando succedono tragedie come questa si ripetono sempre le stesse parole. No, non è così. Di Piermario si può solo dire che era un ragazzo d’oro. Avevamo un bel rapporto e anche quando ho smesso d’allenarlo lo seguivo con un occhio di riguardo, proprio per tutto quello che aveva passato nella vita. Lo vidi l’ultima volta, per caso, sette mesi fa in un Autogrill verso Milano. Parlammo una decina di minuti, lo trovai sereno, felice e la cosa non poteva che rallegrarmi conoscendo la sua storia. Ciao “Moro””.