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Basket, Virtus Broetto fuori (tra gli applausi) ai play-off

Diciotto secondi di applausi – il pubblico tutto in piedi – non sono poi tanti. Non sono sicuramente abbastanza per questa Virtus, matricola della serie B, data per spacciata a metà anno, capace di camminare come una big da gennaio in...

Redazione PadovaSport.TV

Diciotto secondi di applausi - il pubblico tutto in piedi - non sono poi tanti. Non sono sicuramente abbastanza per questa Virtus, matricola della serie B, data per spacciata a metà anno, capace di camminare come una big da gennaio in poi e infine di regalarsi due serate di gala contro i favoriti del campionato. E proprio il fatto che i 1.500 della Kioene Arena ieri sera non abbiano avuto qualche secondo in più a disposizione per rendere omaggio, a partita in corso, ai ragazzi di coach Friso dimostra, una volta di più, quanto questa squadra sia stata capace di andare oltre i propri limiti, tenendo viva fino all’ultimo giro di lancette la sfida contro un’avversaria sfacciatamente superiore, per esperienza, chili, centimetri, talento e profondità del roster. Ci è riuscita, la Virtus, nella serata più complicata: in svantaggio nella serie, senza alternativa alla vittoria, si è trovata senza l’unico vero centro in rosa (Tuci, polso rotto), senza il playmaker che ne ha illuminato il cammino per tutto il girone di ritorno (Stojkov, strappo muscolare) e poi anche senza un prezioso rincalzo come Contin (fermato da un’appendicite), lottatore che sarebbe servito come il pane. Ma in campo non si è rivista la squadra spaesata di otto mesi fa, e questa è la vittoria più importante. «Quando li abbiamo incontrati la prima volta a novembre, restavamo incantati a guardarli», ha detto coach Friso a fine partita. «Oggi li abbiamo aggrediti, ce la siamo giocata. Loro sono più forti, ma noi siamo cresciuti». Udine ha sempre dato l’impressione di poter fare sua la partita: pronti via e 5-0, con Busca che fatica in regia e Canelo tenuto in gabbia dai friulani. Però poi proprio il dominicano e una bomba di Di Fonzo rimettono le cose in pari (5-5) e si gioca punto a punto. Udine allunga più o meno quando vuole, con le bombe di Poltroneri e di Truccolo (8-15 a -2’54” dalla prima pausa) mentre la Virtus tira male (1/6 da tre e 4/13 in tutto nel primo quarto). Crosato limita i danni, una bomba di Nobile chiude il parziale sull’11-20, con Udine che tira molto meglio, mentre sotto i tabelloni la Virtus tiene e terrà fino alla fine, riuscendo perfino a prendere un rimbalzo in più. Nel secondo quarto i ragazzi di Friso mostrano il loro volto migliore: gran difesa, attacchi lucidi, ottime scelte di tiro. Salvato apre con una bomba. Lazzaro sfugge a Vanuzzo due volte e la Virtus piazza un 8-2 che costringe Lardo a chiamare timeout. Il break prosegue fino al 14-2 con Salvato e una bomba di Di Fonzo al termine di una circolazione di palla incantevole. È 25-22 per i neroverdi, che difendono benissimo. Udine segna due punti in 5’34”, poi Vanuzzo si ricorda che è un campione d’Italia e infila 7 punti di fila (25-29) che Udine sfrutta come trampolino per volare sul 25-35, grazie a un tecnico per proteste dato alla panchina padovana e a una tripla di Poltroneri. Crosato e Di Fonzo ricuciono lo strappo e la Virtus va negli spogliatoi con la partita ancora viva (31-35). Si riparte con il -2 firmato da Busca, ma Truccolo rimette Udine avanti di 7. È un match duro, spigoloso, adesso. Sotto canestro la Virtus lotta, Lazzaro trova punti impossibili, si segna poco, alla terza sirena è 44-46 e i tifosi sognano il colpaccio. Ma Udine ne ha di più e la Virtus lentamente cede. Truccolo e Pinton piazzano un 7-0 micidiale in avvio di ultimo quarto. Vanuzzo completa l’opera con due bombe e un’azione da tre punti (50-64 al 5’). Friso prova a cambiare difesa, la zona aggressiva vale un timido recupero, fino al 61-66. Ma è tardi per insistere. È il momento degli applausi, tutti meritati. (Da Il Mattino)

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