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Coronavirus, il cammino come resilienza. Dieci buone ragioni per muovere il primo passo

Coronavirus, il cammino come resilienza. Dieci buone ragioni per muovere il primo passo

Palestre: chiuse. Corsi: sospesi. Piscine: chiuse. E quindi? Non resta che l’autogestione, indoor o outdoor, da soli, in gruppo o con la famiglia. L’importante è non fermarsi, perché lo sportivo non si ferma mai. Anche perché le...

Redazione PadovaSport.TV

Palestre: chiuse. Corsi: sospesi. Piscine: chiuse. E quindi? Non resta che l’autogestione, indoor o outdoor, da soli, in gruppo o con la famiglia. L’importante è non fermarsi, perché lo sportivo non si ferma mai. Anche perché le possibilità di restare in movimento ci sono. Tre su tutte, facili – forse fin troppo – perché praticabili ovunque e da chiunque: corsa, camminata e bicicletta, attività outdoor che ciascuno può improvvisare e declinare secondo preferenze, stato di forma, tempo a disposizione. Insomma ciascuno può “inventarsi” active, mosso da una creatività che è anche resilienza, dettata dalle restrizioni del Coronavirus in varie regioni italiane. Se improvvisarsi runner o biker può essere più faticoso o complicato, destinare un po’ di tempo ogni giorno a una camminata è invece davvero alla portata di tutti. Basta volerlo, “schedulando” l’attività o di prima mattina, o in pausa pranzo, o anche alla fine della giornata lavorativa, visto che le ore di luce si stanno allungando. A maggior ragione in questi giorni contrassegnati dall’ansia da COVID-19 un antidoto antico ma sempre efficace è quello di immergersi nella natura e camminare per ritrovare equilibrio, disintossicarsi e calmare la paura. Fit walking, nordic walking, camminata meditativa: la passeggiata può essere più o meno sportiva “sportiva”, la tecnica non conta.

“A livello psichico il camminare è un forte riequilibratore, i pensieri negativi ossessivi che ristagnano nella nostra vita stanziale scompaiono per magia camminando. È il movimento stesso del camminare, il vivere nel presente e rispecchiarlo, che ci pulisce la mente dai malesseri, dalle depressioni, da ansie e paure, dalla rabbia – scrive il camminatore e scrittore Luca Gianotti nel suo libro “L’arte del Camminare” -. Anche livello fisico tutti i muscoli, ogni articolazione, il cuore, i polmoni, il sistema vasale, insomma, ogni angolo del nostro corpo, già dopo qualche ora di cammino inizia a subire una trasformazione, e anche le parti più ferme vengono raggiunte dal movimento e dall’ossigeno. Aumenta il ricambio e tutte le scorie cominciano a essere allontanate da ogni cellula ed eliminate anche attraverso il sudore. La pelle, sudando, piange fuori dal corpo le nostre tossine e le nostre sofferenze. A livello di percezioni, aumenta la capacità di percepire attraverso i cinque sensi. I sensi, così come i polmoni, si aprono, e gli stimoli continui che riceviamo durante il cammino arricchiscono il nostro io. Il cammino diventa atto di cura sia sul corpo fisico che sulla psiche”. Provare per credere. E la cosa meravigliosa è che basta una camminata di un’oretta in pausa pranzo, preferibilmente in un parco o comunque a contatto con la natura, per vivere in prima persona cambiamenti e sensazioni che Gianotti descrive.

Se poi il tempo a disposizione è maggiore, o si vuol trasformare la buona abitudine della camminata quotidiana in un cammino vero e proprio, allungando un po’ il passo, ecco un decalogo maturato in una pluriennale esperienza di organizzazione di cammini e creato ad hoc dalla Compagnia dei Cammini, associazione di turismo responsabile dedita al cammino lento.

Ecco 10 buone ragioni per intraprendere un cammino.

1. Camminare aiuta a liberare la mente dagli stress facendo emergere la soluzione ai problemi e a scaricare l’energia negativa accumulata in mesi di lavoro.

2. I viaggi a piedi sono utili per imparare a distinguere tra superfluo e necessario. Si scoprirà allora cos’è necessario e cosa si può evitare. Eliminando il superfluo dagli zaini e dalle menti tutto sarà più leggero.

3. Il camminare è un atto curativo in sé che predispone alla guarigione. Durante il cammino si ascolta il proprio corpo e si prende consapevolezza dei nodi da sciogliere.

4. In un momento in cui può essere più difficile prendere voli aerei, si può scegliere di camminare vicino casa, un modo meno impattante che può diventare una bella occasione per conoscere il territorio circostante e i paesi minori. Camminare vicino a casa è una delle grandi scoperte che possiamo fare ed è un modo semplice di iniziare il nostro cammino.

5. Il cammino ci insegna l’incontro: con le persone che vivono dove sto camminando, con la natura fuori e dentro di noi, l’incontro con chi vive in modo semplice, che ha tanto da insegnarci, l’incontro con i pastori, l’incontro con persone speciali che hanno avuto il coraggio di scelte di vita controcorrente.

6. Il cammino ci allena ad accettare gli imprevisti. Niente è irrimediabile e durante un cammino gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Perdere un sentiero, arrivare col buio, non trovare viveri là dove ci si aspettava, sono imprevisti che spesso hanno qualcosa da insegnarci.

7. Camminare richiede un buono spirito d’adattamento che ci farà apprezzare esperienze che mai avremmo pensato (dormire una notte all’aperto, sotto la luna piena – per esempio – è una cosa che pensavo di non fare mai, e invece… ecco la magia!).

8. Non correre! Per scoprire la pace interiore della lentezza consapevole, si impara a camminare con passo lento, guardandosi intorno, perché c’è sempre un fiore nuovo, un insetto, un colore che ci stupiranno.

9. Come ogni cambiamento, l’inizio del nostro cammino può richiedere una crisi di passaggio. Può succedere che dopo tre giorni di cammino, quei tre giorni iniziali in cui il corpo e la mente piangono fuori le tossine per ripulirsi, il passaggio al nuovo stato di essere in movimento non sia indolore. Quando la prova viene superata ci si predispone per il nuovo stato di camminanti, e allora ecco che il nostro orizzonte si allarga, cominciamo a comunicare più in profondità con le persone che camminano con noi, i pensieri negativi lasciano il posto a pensieri più creativi, e il nostro essere esce dal dualismo corpo-mente per armonizzarsi in un tutt’uno più equilibrato.

10. Scoprire il silenzio! Durante il cammino si scopre anche la bellezza del silenzio, dell’ascoltare il proprio passo, il proprio respiro, i suoni della natura cui non prestiamo mai attenzione. (Da GazzettaActive)