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Campodarsego, Gementi: “Pensiamo a dare il massimo. I nostri giovani? Un orgoglio per noi”

Ai nostri microfoni Attilio Gementi, direttore generale del Campodarsego. Attilio, partiamo dalla sfida di domenica con la capolista Adriese. Che rammarico per  il pari subito in rimonta quando si conduceva per 2 a 0.. Purtroppo  la partita è...

Gianmarco Zandonà

Ai nostri microfoni Attilio Gementi, direttore generale del Campodarsego.

Attilio, partiamo dalla sfida di domenica con la capolista Adriese. Che rammarico per  il pari subito in rimonta quando si conduceva per 2 a 0..

Purtroppo  la partita è stata decisa da alcuni episodi  nonostante il risultato finale possa anche essere corretto. C’è stato l’errore un pò clamoroso a due passi di Vuthaj (sul 2 a 0),poi anche l’occasione del gol loro per  un’ingenuità che è costata il rigore da parte del nostro ragazzo  Barison, classe ’99, alla prima partita da difensore centrale e quindi può starci pagare da questo punto di vista. Un altro episodio chiave è stato sul 2 a 1 il rigore sbagliato da Vuthaj . Quindi diciamo che questi episodi sono stati molto importanti, se si andava sul 3 a 0  si sarebbe vista un’altra partita. Dopo il rigore sbagliato l’Adriese  che è una signora squadra e  merita il primo posto in classifica, si è galvanizzata. Va bene così, perchè noi arrivavamo alla partita a 4 giorni dal cambio di allenatore, abbiamo variato modulo e siamo stati intraprendenti, volevamo fare risultato a tutti i costi. Ci dispiace perchè noi abbiamo cambiato molto ultimamente rispetto ad altre squadre, ora ripartiamo e andiamo avanti.

Per quanto visto in campo la squadra sembra aver assorbito bene il passaggio di consegne dovuto all’avvicendamento Paganin- Andreucci. E per il nuovo mister è un ritorno.

Ognuno giustamente ha le proprie ragioni, il mister Paganinha sicuramente lavorato con la massima serietà e professionalità. C’era qualcosa che ci sfuggiva da un punto di vista societario, abbiamo preferito cambiare subito, abbiamo preso questa decisione a malincuore perchè è una persona di un certo spessore  tecnico e umano e dispiace. Abbiamo fatto anche una decisione importante perchè non molte società cambiano prima di una sfida di un certo valore, noi abbiamo preferito fare questa azione forte anche per correttezza nei suoi confronti. Siamo andati sulla fiducia, su Andreucci che è anche un amico,l’ho sempre sentito in questi anni, avevo sondato il terreno anche questa estate ma magari aveva dei pensieri un pò più importanti perchè sembrava esserci l’interessamento di qualche club di Serie C oltre al Como. Sicuramente Antonio conosce la proprietà, l’ambiente,il sottoscritto, i tifosi. E’ molto importante, ripartiamo da questo. Probabilmente se non ci fosse stato libero lui ci sarebbero state delle difficoltà nel cambio allenatore, con lui sappiamo di andare sul sicuro, conosce i nostri pregi e difetti, si riparte da dove ci siamo lasciati due anni fa. Con Antonio, c’è sempre stato un bel rapporto di stima reciproca, siamo pronti a fare come minimo questo nuovo anno e mezzo insieme e dare il massimo. Tra l’altro abbiamo tanti ragazzi del settore giovanile che il mister conosce bene da quando era qui lui e farli crescere e giocare è un altro nostro grande obiettivo.

Esatto,è evidente che dare spazio e valorizzare i giovani è un tratto distintivo del Campodarsego. Per esempio contro l’Adriese ma non solo, quasi metà formazione era composta da ragazzi del 1999-2000 e due di loro (Scapin e Seno ) sono andati in gol. E’ un motivo d’orgoglio, un fiore all’occhiello per la vostra società .

Sicuramente sì, un conto è fare giocare i giovani in squadra da metà classifica in giù, un’altra cosa è farli giocare in una squadra che negli ultimi anni il peggior piazzamento che ha ottenuto è stato un terzo posto. Abbiamo fatto due secondi posti , alle spalle del Venezia e del Virtus Verona poi, vinto la Coppa Italia lo scorso anno  e per lo più abbiamo sempre valorizzato i giocatori del nostro settore giovanile . Io ci tengo particolarmente a  farli crescere. Sicuramente da questo punto di vista qualcosa la paghiamo rispetto ad altre società, ma non ci preoccupa. Dove si può mettiamo un giovane del nostro settore giovanile. Anche Voltan, un 2001, potrebbe fare tranquillamente gli Juniores e invece fa il secondo a Cazzaro, Dario Tommaso è un ’98 di nostra proprietà, oltre a Santinon, Pistolato, Coppola, Barison, Scapin, Turetta. Per me è fondamentale. Senza dimenticare i vari giovani dati in Eccellenza (Nalesso, Menale..). Teniamo particolarmente al nostro vivaio. Stiamo investendo  anche negli allenatori preparati nella formazione dei giovani, per far crescere i ragazzi nel miglior modo possibile, ci stiamo dando da fare.

Ma c’è anche un buon numero di giocatori d’esperienza da prendere come punto di riferimento nella vostra rosa.

Sono importanti per farli maturare. I vari Castro, Leonarduzzi, Zane, Florian, Raimondi devono essere un esempio. Sono ragazzi e anche genitori con determinati valori ed è fondamentale. Noi  vogliamo ragazzi che anche dal punto di vista umano abbiano certi valori. Noi per esempio siamo ancora legati alla tradizionale cena del giovedì sera tutti insieme, giocatori, dirigenti e anche qualche tifoso, siamo legati anche al nostro terzo tempo dopo la partita a prescindere dal risultato. Il nostro terzo tempo esiste sempre e questi valori dobbiamo portarli avanti noi e farli seguire ai nostri ragazzi. Bisogna sempre rispettare l’avversario, si vince e si perde, poi il calcio, la vita è una ruota che gira. L’aspetto umano è molto importante, per noi.

Negli ultimi anni, il Campodarsego è in una continua crescita. I tifosi possono davvero credere alla Serie C ?

Noi pensiamo a dare il massimo. Io credo che questa sia la cosa fondamentale, poi si va a vedere cosa succede. Ci sono squadre più blasonate, con giocatori più importanti, magari anche con una certa disponibilità, noi lavoriamo sul nostro metro, sul budget e nel valorizzare i nostri giocatori del settore giovanile, poi se arriva il primo posto ne siamo felici. Non lasciamo nulla al caso, ma non abbiamo nessuna pressione legata al fatto di vincere il campionato, pensiamo a fare sempre bene e dare il massimo. Il messaggio che noi lanciamo coi giovani è quello di mettere nella condizione di provarci chi crede di poter fare la Serie D, senza preclusioni. A prescindere dall’età gioca chi merita.

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