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Campedelli: “Il Chievo deve tornare a giocare”. Possibile un maxi-risarcimento

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L'ex patron gialloblu vede aprirsi uno spiraglio, la Federazione potrebbe trovarsi nelle condizioni di pagargli una cifra mostruosa

Redazione PadovaSport.TV

"Io sono abituato anche a dimenticare, questo è un anno che mi ha insegnato tanto. Se ci sarà un risarcimento d’accordo, se non ci sarà va bene uguale. L’importante è che il Chievo torni a giocare a calcio". Parola di Luca Campedelli, che ieri ha tenuto una conferenza stampa al centro sportivo Bottagisio (una volta la casa del Chievo) affiancato dal suo avvocato Stefano De Bosio. La volontà di Campedelli, come noto è quella di ripartire. Intanto dal Sona (l'allenatore alla fine sarà l'ex Luparense Nicola Zanini, con Fabio Moro vice). Mi in ballo c'è anche un risarcimento mostruoso che potrebbe entrare nelle casse di Campedelli.

La battaglia continua

Campedelli non ha mai mollato. Il suo obiettivo è avere un maxi risarcimento dalla Federazione, da quella Federcalcio che l’ha escluso dalla Serie B e mandato in fumo, svincolando d’ufficio i giocatori, un patrimonio tecnico complessivo attorno ai cinquanta milioni. «La categoria ideale da cui ripartire? - dice Campedelli in conferenza stampa - Quella da cui ci hanno estromesso, ma a questo punto è davvero irrilevante. I soldi sono importanti, ma conta il Chievo. L’unica cosa che vale per la mia vita - chiude Campedelli- al di là della famiglia e delle amicizie. Altrimenti non c’è ragione d’esistere». Il Chievo chiede centoquaranta milioni mettendoci dentro tutto (oltre il patrimonio giocatori): dal marchio agli sponsor fino a tutte le sottrazioni d’immagine e le altre leve che il calcio sa garantire. Vedi i diritti televisivi, mai così tanti in B come nell’ultimo campionato.

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