Stefano Michelazzi, oltre ad essere l'amministratore delegato del Legnago ne è anche una bandiera visti i suoi trascorsi da giocatore biancazzurro. Da dirigente primo in classifica, è intervenuto nella nostra trasmissione Speciale Dilettanti: "Dopo l'amara retrocessione, le basi di questa società sono rimaste le stesse, stessa organizzazione, modalità di lavoro, allenamenti, non si è spento l'ardore di pensare alla C e non abbiamo perso gli step fatti in serie C. Ovvio che la squadra è stata cambiata. L'ultimo anno di C abbiamo stanziato un budget di 2,5 milioni, si può fare calcio in modo sostenibile tra i professionisti, anche in una piccola realtà come la nostra".
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La capolista
Legnago, l’ad Michelazzi: “Svolta a metà girone di andata. Giocatori da fuori regione perchè…”
Legnago, le difficoltà iniziali prima della svolta
—Il ritorno in D è stato inizialmente complicato, poi i valori sono emersi, ancora più accentuati in campionato piuttosto livellato: "Abbiamo allestito una squadra per la serie D scegliendo non i migliori giocatori del triveneto, che vanno sempre nelle stesse 4-5 squadre con delle aste un po' strane - ha spiegato Michelazzi - Abbiamo puntato invece su molti calciatori fuori regione in un mercato più allargato. Sono arrivati profili molti interessanti per questa categoria. Siamo partiti male, l'amalgama non è arrivata subito. A un certo punto, a metà girone di andata abbiamo svoltato. Qualcuna delle big ha tirato il freno a mano, basta vedere quanti punti hanno le prime in classifica negli altri gironi. Questo è un girone equilibrato, al momento non dobbiamo guardare i punti. Stiamo bene, ed è quello che conta al momento. Tanti giocatori sono cresciuti qui e hanno fatto il salto nelle categorie superiori, vedi Zanimacchia, Baschirotto o De Col. Altri giovani sono stati venduti di recente, quest'anno in maniera particolare abbiamo diversi giocatori del settore giovanile in pianta stabile in prima squadra".
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