Serie D

Luparense, il dg Dario: “Ci stiamo strutturando per il salto di categoria. E Casarotto…”

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Primo bilancio per l'ex dirigente di calcio a 5, chiamato dal club rossoblu a guidare la ristrutturazione societaria in vista di un futuro approdo nel professionismo

Redazione PadovaSport.TV

Nei mesi scorsi la Luparense ha inserito un elemento di grande valore nel proprio organico, il direttore generale Antonio Dario. Una scelta, quella del patron Stefano Zarattini, che va nella direzione di un potenziamento societario. Come noto, nel mirino, c'è il salto nel calcio dei professionisti. Ecco un primo bilancio di Dario, ai nostri microfoni.

Dopo la grande esperienza maturata nel calcio a 5, com'è stato il passaggio in un club di calcio?

Molto impegnativo, perchè questo è un club che richiede impegno. Non sempre tutto gira per il verso giusto e noi cerchiamo ogni giorni di sistemare le possibili cause del malfunzionamento. Mi ha sorpreso la gestione di ragazzi molto giovani da parti dei procuratori. Ci sono anche nel calcio a 5, ma devo dire non in modo così esasperato, non me lo aspettavo. Rispetto al calcio a 5 poi c'è molta più attenzione, soprattutto a livello locale. Gli occhi sono puntati addosso.

Sembra che l'obiettivo primario sia sfumato in questa stagione.

Oggi in tutta onestà possiamo sperare solo nei playoff, che non ti danno l'accesso alla Lega Pro ma una posizione di privilegio nell'eventuale griglia ripescaggi. Un vero peccato, poteva essere una stagione di cui approfittare, visto il grande equilibrio. Siamo nella situazione di un mese fa, pur viaggiando lentamente, la dice lunga sull'andamento delle altre squadre. Battendo l'Adriese andremmo a tre punti da loro.

La massima categoria del calcio dilettantistico è anche la porta d'ingresso nel professionismo, molti club però non possono permettersi il salto di categoria e a un certo punto della stagione sembrano accontentarsi. Il sistema va rivisto?

Ci sono società che tirano tirano e poi all'ultimo mollano, falsando la meritocrazia del campionato. Non ho la soluzione, ma certo piccole realtà che dovessero ritrovarsi in C, andrebbero aiutate. Dal punto di vista organizzativo e strutturale c'è un bel salto di categoria, servono molte risorse economiche e di mezzi.

La Luparense sta lavorando da anni in questo senso.

Non basta avere le persone nei ruoli che servono, l'obiettivo è quello di riempire le caselle con persone competenti. Stiamo cercando di trovare o mantenere le persone giuste. Poi c'è il tema delle infrastrutture, da cui non si può prescindere se si vuole crescere. A giugno si rinnova la convenzione per la gestione dello stadio Casèe e di altri impianti. Sarà un momento importante, noi chiederemo di avere in concessione gli impianti per un arco temporale abbastanza lungo per poter fare degli investimenti. L'ultima convenzione era di cinque anni, la prossima sarà oggetto di trattativa. Ma non c'è solo lo stadio principale, anche le altre infrastrutture collegate hanno bisogno di interventi, penso ai campi per le giovanili.

Ci sono tanti aspetti da curare durante una stagione, anche i più imprevedibili come il caso del centrocampista Casarotto. Siete stati i primi a prendere una decisione sul giocatore e in qualche modo avete tolto dall'impasse gli altri club coinvolti, che hanno seguito la vostra strada. 

Sono rimasto sorpreso dal fatto che gli altri club non abbiano agito tempestivamente come noi. Ci tengo a ribadire che non è un'azione punitiva. Il giocatore avrà la possibilità di difendersi, è stata una decisione di buon senso anche nel suo interesse, avrebbe creato molto più clamore farlo allenare e farlo giocare la domenica, sarebbe stata una situazione complicata per tutti. C'è anche un fondamento di natura giuridica, questi fatti avranno anche un passaggio nella giustizia sportiva. Esiste già un procedimento disciplinare che porterà a una sentenza, appunto anche sportiva, a metà marzo. Basta questa sentenza di primo grado nella giustizia ordinaria per configurare anche in ambito sportivo la violazione di principi cardine dell'ordinamento, come quelli della lealtà, della correttezza e della probità.

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Antonio Dario con il numero uno della Fifa Infantino

 

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