L’Hellas ritrova la vittoria (che mancava dal 4- 0 al Cittadella del 27 dicembre), sbanca il campo dello Spezia e Fabio Grosso resta alla guida dei gialloblù. La domenica del Verona è stata un turbine, dal gol dello svantaggio, siglato con una plastica rovesciata d’antan da Mora, fino alla rimonta, con le reti di Mattia Zaccagni e Samuel Gustafson. Così l’Hellas ha allontanato molti spettri, anche se altri continuano a insidiarlo: se ne saprà di più nei prossimi turni, e già dall’anticipo di venerdì sera con la Salernitana, al Bentegodi. Tant’è, Grosso ha scacciato, per il momento, l’ombra lunga di Serse Cosmi, primo papabile a prendere il suo posto in panchina, con Zdenek Zeman divenuto ipotesi realistica come alternativa. Il Verona esce rivitalizzato dalla trasferta di La Spezia ed è risalito in classifica, sebbene i vertici del campionato restino distanti: l’Hellas ha 36 punti, il Brescia primo 43, il Palermo, secondo, 42. Sul filo del gong, peraltro, il club rosanero ha trovato un finanziatore — la Damir srl — che ha garantito il pagamento di 2,8 milioni di euro necessari per il saldo degli stipendi arretrati. In questo modo la penalizzazione è stata evitata, in attesa di trovare nuovi compratori. La rincorsa del Verona resta complessa, ma il successo al Picco ha restituito alla squadra quella fiducia che si era fatta nebulosa nelle prime settimane del 2019. Avanti con Grosso, quindi, dopo un periodo nella bufera, e non c’è dubbio che all’allenatore vada riconosciuto il merito di essere intervenuto in maniera efficace sulla testa dei giocatori e pure sul piano della tattica. Il gruppo ha dimostrato di stare compattamente con il tecnico. Niente di artefatto: lo spogliatoio è con Grosso, che ha saputo toccare le corde giuste nei giorni del ritiro a Peschiera del Garda, trasmettendo tranquillità e mai scivolando nel tranello dell’ansia. Un aspetto fondamentale, questo, per un Verona che è stato macinato dalla tensione per un rendimento che non riusciva a decollare e che è caduto spesso nell’autolesionismo. Gli innesti di gennaio sono migliorati in efficacia. Antonio Di Gaudio ha sbagliato un pallone facile da mettere in porta, ma si è spremuto in un continuo lavoro di collegamento tra centrocampo e attacco, Luigi Vitale ha sia spinto in avanti che mostrato grande attenzione dietro. Dopo, la sorpresa vera: Davide Faraoni, impiegato da mezz’ala, lui che è un terzino puro, un laterale di fascia, ha macinato chilometri e spaccato la manovra dello Spezia con la determinazione di un gregario, agendo da interditore. Una mossa che ha stupito, quella di Grosso, ma che ha premiato il Verona. Sia chiaro: non è tempo di celebrazioni, bensì, al più, di un buffetto d’incoraggiamento per una squadra che deve galoppare per recuperare la strada perduta verso l’obiettivo che si è posta e per cui la società ha investito, sia in estate sia in inverno. Grosso, che era stato sul confine dell’esonero già a novembre, anche stavolta se l’è cavata. D’ora in poi, tuttavia, il treno dell’Hellas non potrà più fare fermate, se vuole arrivare a destinazione puntuale. (Dal Corriere Veneto-Verona)
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Verona, Grosso si salva ancora: adesso i gialloblu puntano alla risalita
L’Hellas ritrova la vittoria (che mancava dal 4- 0 al Cittadella del 27 dicembre), sbanca il campo dello Spezia e Fabio Grosso resta alla guida dei gialloblù. La domenica del Verona è stata un turbine, dal gol dello svantaggio, siglato con una...
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