editoriale

Dal “Genoa B” al “Parma B”

Direttore di PadovaSport

Redazione PadovaSport.TV

In questi giorni l'asse Parma-Padova è rovente: dalla città ducale sono arrivati Feltscher, Galli, Rispoli, Ze Eduardo, Nwankwo e presto De Vitis. Baraldi ha buone conoscenze in quella piazza, e Salvatori, uomo scelto dallo stesso Baraldi, non si oppone troppo alle decisioni del manager "senza carica". Si tratta di giocatori di ottima prospettiva, intendiamoci, oltretutto fino adesso non è stato speso un euro: la comproprietà di Galli è stata ripagata da quella di Portin, il resto sono tutti prestiti, mentre Piccioni dal Sassuolo è arrivato a parametro zero. Quel che mi lascia perplesso è che non vedo ancora una progettualità, un tentativo di creare un patrimonio proprio della società: si tratta semplicemente di un blocco di giocatori che passano in prestito (a parte Galli, che però non è più giovanissimo) da una società amica all'altra, senza troppo scouting. Ci vuole un po' più di indipendenza e un po' di lungimiranza: altrimenti si rischia di ripetere l'operazione Perin (dal possibile bonus di un milione, siamo riusciti a non guadagnare niente dalla sua valorizzazione, lasciando tutti i benefit al Genoa). Noi siamo il Padova, non una succursale. Adesso che abbiamo iniziato questo nuovo corso, perchè non prendere spunto dalla filosofia del Cittadella? Nessun prestito, solo comproprietà, nessuna corsia preferenziale, si cercano i giocatori in base soltanto alle loro qualità e non alla società d'appartenenza. Anche in Lega Pro, eventualmente. Lì si vede davvero se un direttore sportivo è bravo.