editoriale

Foscarini, Mutti e l’opportunità  delle dimissioni

Direttore di PadovaSport.tv

Redazione PadovaSport.TV

E' l'otto marzo: il Cittadella esce sconfitto sul campo del Crotone per 2-0, è il momento più drammatico della stagione per i granata. Claudio Foscarini al termine della partita tiene a rapporto la squadra: un confronto dai toni molto accesi, duri. L'allenatore parla a chiare lettere ai propri giocatori, arrivando a rassegnare le proprie dimissioni il giorno dopo, come ultima carta da giocare per il raggiungimento della salvezza (in quel periodo sembrava pura utopia). La società le respinge, i giocatori si assumono le proprie responsabilità e cominciano a macinare punti e buone prestazioni. " Non ci siamo rassegnati - ha detto Foscarini - non abbiamo accettato un destino che pareva segnato. Siamo ripartiti con un altro spirito e allora le vittorie e le prestazioni sono arrivate».Ecco invece il momento di crisi gestito in casa Padova: qualche mese prima, verso fine dicembre, i giocatori chiedono al presidente Penocchio di intervenire, visto lo scarso feeling con Bortolo Mutti. Penocchio conferma Mutti, i giocatori cominciano a remare contro il tecnico fino all'inevitabile esonero. Mutti, pur al corrente della situazione, non rassegna le dimissioni. E il finale lo conosciamo tutti. Differenze sostanziali, decisive tra una società, un gruppo e un allenatore che remano dalla stessa parte (il Cittadella), e una società dove invece prevale l'interesse personale (quello dei giocatori che hanno tradito il tecnico per farlo esonerare, quello del tecnico che non ha voluto rinunciare allo stipendio e quello della dirigenza che ha preferito esonerarlo a mercato chiuso per evitare intromissioni sugli acquisti da parte del nuovo allenatore).