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Improvvisazione, dilettantismo, incoerenza: il teatrino della serie C regala “emozioni” continue

Rieccoci per un nuovo capitolo della saga “Serie C, l’ultimo e scalcagnato proscenio professionistico del calcio in Italia”. Il Consiglio Federale, come noto, ha bloccato il ripescaggio del Rende (che aveva presentato in un primo...

Stefano Viafora

Rieccoci per un nuovo capitolo della saga "Serie C, l'ultimo e scalcagnato proscenio professionistico del calcio in Italia". Il Consiglio Federale, come noto, ha bloccato il ripescaggio del Rende (che aveva presentato in un primo momento una fidejussione firmata da una banca svedese, salvo cambiarla fuori dal tempo consentito) e deciso per una serie C a 56 squadre, così di punto in bianco, quando molte squadre si erano già attrezzate per il passaggio dalla D alla C (Rende appunto, ma anche Vibonese, Forlì, Lumezzane, Potenza e Virtus Verona).

Ovviamente non potevano non esserci conseguenze a questo gesto "rivoluzionario". Dopo diverse polemiche è stato il Rende a fare la prima mossa ufficiale: la società calabrese ha presentato ufficialmente ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio chiedendo di accertare e dichiarare l'illegittimità della delibera del Consiglio Federale della FIGC e disporre l'immediata ed incondizionata ammissione al Campionato di Serie C. La presentazione dei calendari (a Pescara! Dove non è rappresentato alcun club della terza serie) è dunque slittata a venerdì (le società, che saranno presenti alla cerimonia, sono state avvertite con poche ore di anticipo, ma questi sono solo dettagli rispetto al susseguirsi di decisioni imbarazzanti).

Cosa succede ora: l’udienza del Collegio di Garanzia del Coni per il "caso Rende" è stata fissata per venerdì mattina alle ore 11. Venerdì sera a Pescara quindi ci saranno delle sedie lasciate vuote eventualmente per i rappresentanti del Rende (faranno parte o no della grande famiglia di Gravina? Vedremo).

Una riflessione: ben venga fare la voce grossa ed essere severi con il Rende, basta che poi gli stessi criteri siano applicati a società più blasonate che regolarmente però alzano bandiera bianca a fine stagione (sono 26 le società fallite negli utlimi cinque anni in serie C o Lega Pro). Oltretutto va sottolineata la clamorosa incoerenza: il Consiglio Federale nella stessa seduta ha deciso per lo stop al Rende (causa cattiva fideiussione) e posticipato i termini di pagamento delle mensilità di giugno a metà settembre per i giocatori (il vero motivo per cui Damiano Tommasi dell'AIC si è infuriato). Come a dire: rigidi con una mano, lassisti con l'altra. Improvvisazione e dilettantismo senza freni. Ecco un motivo in più per sperare nella promozione in B del Padova.

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