Che fosse un grande bluff ve lo avevamo scritto dall'inizio. Ma quando una voce viene ripetuta tante volte, comincia ad assumere - agli occhi di molti - le sembianze di una notizia vera. E non più una semplice ricostruzione giornalistica (errata in questo caso). Domanda: il Padova è stato davvero vicinissimo a giugno a passare in mani americane, più specificatamente al fondo Primera Capital? Abbiamo ulteriori elementi per confermarvi, se ce ne fosse ancora bisogno (e ce n'è bisogno, perchè ancora oggi qualcuno - pochi per fortuna - crede che il Padova sia stato vicino a diventare americano), che questo racconto è totalmente falso.
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La clamorosa bufala estiva del “Padova americano”, i nuovi retroscena
Il flusso di notizie martellante su Primera Capital che si sarebbe avvicinata a grandi passi verso il closing è iniziato sulle pagine di una testata padovana. Ancora più grave come altre testate, senza prendersi la briga di verificare questa non-notizia, l'abbiano rilanciata (chiaramente in buona fede, ma fidandosi ciecamente di chi si era lanciato arrembante in questo vicolo cieco). Possiamo dirvi con certezza che, invece, non c'è stato alcun contatto diretto né tra Primera Capital e Joseph Oughourlian (ma i rappresentanti di un fondo USA realmente interessati a comprare un club, non avrebbero dovuto quantomeno prendere un volo per andare a parlare con il patron?) né tra Primera Capital e l'Ad Alessandra Bianchi. Vanno registrati solo due incontri (due!) tra l'ingegner padovano Sebastiano Tevarotto e l'ad Alessandra Bianchi. L'ingegnere, da quanto ci risulta, si sarebbe presentato in entrambi i casi da solo, portando alcune slide con informazioni che si trovano anche sul sito ufficiale di Primera Capital.
Non si è mai lontanamente parlato delle cifre che sono emerse dai quotidiani che hanno dato ampia visibilità a questa "trattativa". Che trattativa non è mai stata, perchè questa presuppone quantomeno un'offerta dal compratore, un'eventuale richiesta da chi detiene il club (ma anche in questo caso abbiamo una clamorosa smentita, con il patron franco armeno che nella sua ultima dichiarazione pubblicata ha detto in modo essenziale ma diretto: "non vendo i miei club"), un eventuale rilancio...
I dubbi sul coinvolgimento di Primera Capital
—Ma quindi perchè è uscito il nome di questo piccolo fondo americano? Proviamo un attimo a contestualizzare, per farvi capire quanto sia stata lontana dalla realtà quella voce del Padova a un passo dalla cessione a Primera Capital.
Fondata nel 2007, Primera Capital LLC è una società di Venture Capital con sede a Oakland, in California. Specializzata nel finanziamento di aziende che hanno un alto potenziale di crescita ma che si trovano ancora in una fase iniziale, spesso caratterizzata da alto rischio ed incertezza. L’obiettivo principale del Venture Capital è di ottenere un ritorno sull’investimento significativo attraverso la crescita e potenzialmente la vendita della partecipazione a un’azienda più grande o la sua quotazione in borsa.
La provvista fondi della società avviene gradualmente a chiamata in funzione dell’investimento sottostante ed è consentita solo agli investitori professionali. Attualmente i suoi sottoscrittori hanno un impegno di provvista fino a circa 100 milioni di dollari.
La società è gestita da due amministratori delegati, coadiuvati da sei consulenti esterni, tutti con precedenti esperienze in aziende che operano in settori ad alta intensità tecnologica, segmento che risulta largamente prioritario nel suo portafoglio, attualmente consistenti di 22 partecipazioni. Quest’ultimo è in larga parte composto da imprese SaaS, acronimo di “software as a service”, modelli di distribuzione di software in cui l’applicazione viene ospitata e resa disponibile on line da un fornitore di servizi invece di essere installata localmente in ogni dispositivo.
Fra queste figurano investimenti in aziende quali Caramel, (www.drivecaramel.com) sito internet per la compravendita di automobili (ultima operazione effettuata il 6 febbraio 2025); Glider AI, (www.glider.ai) sito per facilitare e selezionare l’assunzione di risorse umane; BioSight (www.biosight-pharma.com): sviluppatore di farmaci innovativi a base di peptidi progettati per fornire terapie per neoplasie e disturbi ematologici. Altre partecipazioni sono detenute in imprese giovani ed innovative operanti nella distribuzione (e-commerce). Nessuno di essi ha un nome in qualche modo riconducile ad una origine e/o connessione con l’Italia. Tutte le operazioni di investimento diretto della società sono state effettuate negli Stati Uniti. L'acquisto di una società di calcio è chiaramente incompatibile con statuto e strategia di un fondo USA di Venture Capital, i suoi sottoscrittori - che come abbiamo visto hanno un impegno di provvista fino a 100 milioni di dollari - non esiterebbero ad adire alla Corte contro gli amministratori.
Alla luce di quanto sopra, non vi è alcun dubbio che Primera Capital LLC non abbia mai ipotizzato l’acquisto di una società di calcio né negli Stati Uniti né altrove. Ma facciamo finta che ci sia stata davvero un'offerta da parte di questo fondo, o di un altro simile. Provate a immaginare i rischi (per noi): un fondo di questo tipo è limitato per sua natura, esauriti i soldi allocati per le prime operazioni, se non c'è un immediato tornaconto (una possibile plusvalenza da incamerare), quale può essere il destino del club calcistico acquistato? Siamo nelle mani di una proprietà solidissima (J4A Holdings II S.à r.l non è un fondo, è la holding personale di Oughourlian) e qualcuno (ripetiamo, pochi per fortuna) si augura magari di finire nella mani di un venture capital che scommette su start up tecnologiche? Ripetiamo ancora una volta: non corrisponde alla realtà la fantomatica offerta di 13 milioni (comprensiva dei debiti). La "saga epica" della trattativa del Padova americano si è esaurita tutta in due incontri esplorativi, promossi dall'ingegner Tevarotto. Ripetiamo, tutto nella norma. Qualche mese prima altri imprenditori padovani (che avrebbero voluto coinvolgere anche l'ex Roberto Bonetto, che ha declinato) avevano bussato alla porta di A. Bianchi. E altri ancora. Ma quindi? Ha senso fare paginate su tutti? Facendo passare l'idea di poca stabilità societaria (che poi si ripercuote per forza anche sulla squadra) o spingendo la falsa idea che Oughourlian voglia liberarsi del club? Un orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno, quindi chi continua a parlare di trattative magari tra qualche anno ci azzecca. Ma fare informazione, secondo il nostro umile punto di vista, è altro. Infine: non siamo dei fanatici di Oughourlian a tutti i costi, ma per dormire sonni tranquilli vorremmo al suo posto nomi altrettanto importanti... Sennò poi ci ritroviamo a piangere come nel 2014.
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