editoriale

Premio Geremia, ecco chi celebra davvero lo sport padovano (ma c’è ancora da lavorare)

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Ha tutte le potenzialità per crescere e diventare un riconoscimento importante a livello nazionale oltre che un momento solenne per esaltare il movimento sportivo della nostra città

Stefano Viafora

L'editoriale questa volta riguarda il Premio letterario Memo Geremia, che si è svolto giovedì sera a Palazzo della Ragione. Uscito provvisoriamente dalle stanze accademiche (negli anni scorsi si celebrava nell'Aula Magna dell'Università) per via di alcuni lavori di manutenzione, è approdato, per l'edizione di quest'anno, nel maestoso salone. Luogo questo che gli ha conferito forse maggior presenza scenica, basti vedere semplicemente la resa delle foto scattate durante la manifestazione (come quella che riportiamo qui). Organizzato dall’Ascom Confcommercio di Padova, ma sostenuto e patrocinato da numerose istituzioni (Senato della Repubblica, Consiglio Regionale del Veneto, Provincia di Padova, Università di Padova, Coni Regionale, Camera di Commercio di Padova, UnionCamere e Venice Promex), mira a diffondere ed esaltare i valori ideali e culturali legati allo sport, promuovere la lettura ed infondere i principi di passione e sportività improntati all’esempio nobile di Memo Geremia, carismatico esponente del mondo dello sport padovano.

Giunto alla settima edizione (nel 2020, anno di piena pandemia, non si è svolto) ha l'ambizione di diventare un premio letterario sportivo riconosciuto e riconoscibile, portandolo a livello nazionale, pur tenendo il "cuore" padovano. Per capirci, al pari del Bancarella Sport (nato a Pontremoli, ma ormai riconosciuto da tutti come il premio letterario sportivo più importante italiano). L'occasione del premio letterario, è diventata anche motivo per celebrare lo sport padovano, settore della città storicamente dinamico e ricco di talenti. La serata è stata ben organizzata e presentata (sul palco Micaela Faggiani e Moreno Morello), con la presenza di molti protagonisti di casa e non solo (Marino Bartoletti ha ritirato un premio speciale per il suo "La cena degli dei"), logico che c'è ancora da lavorare sul prestigio, essendo una manifestazione giovane. Se i vincitori non si presentano, aldilà delle motivazioni di circostanza, significa che non c'è ancora consapevolezza dell'importanza del premio (e non è mai "colpa" di chi non si presenta, in questi casi). Dicevamo, può diventare in futuro non solo un premio letterario ma anche l'occasione per parlare annualmente dello sport della nostra città con i protagonisti del momento, le società sportive più virtuose, i risultati più importanti, le tematiche più calde. Anche un modo per far conoscere le imprese sportive di club e atleti a potenziali futuri sponsor, mettendo in contatto il mondo dell'imprenditoria con quello sportivo. Quello che avrebbe dovuto fare ad esempio il Cenacolo, associazione culturale nata con questo scopo ma che, dopo l'ottima presidenza di Sergio Melai, è totalmente sparito dai radar con il passaggio di consegne al nuovo presidente, che ha ridotto l'associazione a una conventicola che si ritrova a cena un paio di volte all'anno, ma di cui nessuno sa nulla. Peccato, perchè nel direttivo ci sono dirigenti sportivi di lungo corso o grandi professionisti del mondo del sport (vedi Paolo Benini, o l'avvocato Jacopo Tognon).

 

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