Noi tutti che teniamo alle sorti del Padova, quest'anno sotto sotto vogliamo la serie A. Inutile negarselo, chissenefrega delle dichiarazioni ufficiali, non ci interessa proprio galleggiare per anni in serie B come un Piacenza qualsiasi: noi vogliamo fortemente tornare protagonisti, vogliamo che in questa bellissima città torni il grande calcio con i grandi protagonisti, all'Euganeo vogliamo applaudire Snejder, Eto'o, Totti, Del Piero, Pastore e compagnia. Il derby con il Vicenza invece ci conferma che questa squadra, al momento, è una squadra da metà classifica. Costruita nettamente meglio dell'anno scorso, intendiamoci, ma comunque da metà classifica. Il Padova di Calori, che ormai ha senza dubbio una sua fisionomia, è una squadra che difficilmente potrà spingersi tanto in alto. Lo dico perchè, pur avendo giocatori di ottimo livello in rosa, il collettivo (non alcuni, ma tutti da Italiano a Filippini) continua a ragionare e, di conseguenza, a giocare da squadra di medio rango. Manca l'ambizione, manca la voglia, la cattiveria, la convinzione che, dopo aver fatto risultato e convinto in casa all'Euganeo, bisogna andare il sabato successivo in trasferta con l'imperativo categorico di strappare altri tre punti e non di accontentarsi perchè "tanto si è vinto la settimana prima". Ben inteso, sono meccanismi che scattano a livello psicologico, nessun giocatore che scende in campo ci tiene a perdere. Ma nel Padova evidentemente mancano in spogliatoio quei due-tre giocatori che di solito fanno gruppo e alimentano la voglia di vincere partita dopo partita, mancano, a dirla breve, i leader. Non si sa bene cosa Italiano abbia detto ai compagni nello spogliatoio, prima della partita. Ma se si è parlato davvero del derby, forse l'ars oratoria del capitano si è un po' appannata con il tempo. Perchè a Vicenza si è visto il solito film, un Padova bello ma estremamente fragile. E altri potenziali leader, chi potrebbero essere? Difficile trovarne nell'attuale rosa. Succi è un lupo solitario, un giocatore estremamente determinato ma non certo uno in grado di contagiare i compagni con il suo entusiasmo. Cesar per carattere è uno che si fa rispettare, ma sembra che ormai abbia perso un po' di stimoli. Gli altri sono tutti molto giovani e tendono piuttosto a seguire, ad emulare ma non a trascinare. Qui a Padova, se vogliamo fare il salto di qualità e non accontentarci, serve una guida in campo e nello spogliatoio. A quel punto nulla ci è precluso, non servirà aspettare il famoso progetto triennale o biennale. Perchè da queste parti abbiamo fretta, vogliamo tornare protagonisti al più presto.
editoriale
Questo Padova senza leader
Conduttore della trasmissione Padova Sport, direttore di padovasport.tv
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