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EDITORIALE | Siamo onesti, è davvero tutta colpa di Mirabelli?

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La lite di sabato pomeriggio nel post partita ha acceso i riflettori sul ds, c'è chi lo contesta ferocemente ma le sue responsabilità sono limitate

Stefano Viafora

Sabato pomeriggio un fatto ha catturato l'attenzione di tutti, di quelli che volano veloce di bocca in bocca, come cantava De Andrè. Più del pareggio interno con la Juventus NG, a prendersi la scena è stato il direttore sportivo Mirabelli. E non per un acquisto eclatante dal calciomercato. L'episodio è noto, ne abbiamo dato notizia praticamente in tempo reale. La società poi ieri ha diramato un comunicato "palleggiando" un po' sull'accaduto, senza prendere una posizione ferma. Il club biancoscudato si auspica che, per il bene della squadra e per la tranquillità dell'ambiente, si possa mettere tutto alle spalle. In fondo siamo praticamente a metà campionato e buttare la stagione a rotoli adesso sarebbe masochista.

Riguardo alla lite tra Mirabelli e il tifoso, premessa e sottolineata con il rosso la reazione sopra le righe del dirigente (sbagliata), non si può neppure soprassedere sulla condotta dell'esagitato tifoso, che avrebbe prima colpito con i pugni sul vetro della cabina, poi cercato di ostruire l'uscita dello stesso Mirabelli. Il diritto alla contestazione è sacro ma non si può pensare che la tribuna sia zona franca, dove vai muso a muso con qualcuno per insultarlo. Mirabelli, uno che sotto la giacca e la cravatta, porta i segni di chi ne ha viste di ogni tipo durante la sua gavetta calabrese (su campi come Sambiase, Nicastro, Lamezia, Locri, Africo), ha interpretato quel gesto come un'aggressione e ha reagito d'impulso (decisamente poco intimorito dal tifoso presente), forse dimenticando di essere a Padova.

Ma le colpe sono sue?

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Mirabelli rischia di diventare un capro espiatorio (probabilmente più per il suo atteggiamento verso la tifoseria, che in un momento come questo dovrebbe essere improntato a maggior umiltà e disponibilità al confronto), ma bisogna tenere conto che il budget sbandierato da tutti i quotidiani (quei 3.739.000 più premi) è l'eredità degli anni precedenti. In sostanza il suo compito quest'anno era quello soprattutto di limare in basso quel budget cercando nel contempo di allestire una squadra all'altezza. In sostanza un budget in negativo. Si è trovato a gestire una situazione che non era certo quella tratteggiata al momento del suo ingaggio (preparare la squadra al salto di categoria e poi continuare la scalata in B). Ha trovato un milione bloccato dai fuori lista (ma chi ha fatto il contratto a Monaco, Terrani, Bifulco e Busellato? I primi due anche con rinnovo automatico al doppio dello stipendio attuale in caso di promozione...), ha chiesto una parte di soldi della cessione di Moro da immettere dal mercato (ricevendo risposta negativa). Ha pescato Liguori (ottimo affare) e Cretella (partito bene o ora un po' smarritosi) a zero, ha valorizzato Vasic e ha preparato il terreno l'anno prossimo per un mercato finalmente senza zavorre. Senza dimenticare che il suo arrivo l'anno scorso è coinciso con una rapida ascesa in classifica e la conquista della finale (poi persa malissimo). Cos'ha sbagliato? Con il senno del poi la scelta di Caneo si è rivelato un errore, utilizzare parte del risicato budget per Radrezza che poi non viene utilizzato (accantonato senza troppe spiegazioni) e fidarsi troppo della coppia Ceravolo-De Marchi per l'attacco. È chiaramente corresponsabile dell'attuale situazione in classifica ma non può davvero essere considerato (talmente) colpevole da chiederne le dimissioni. Aggiungiamo poi che siamo ancora a metà strada e che il nuovo allenatore può avere carte interessanti da giocarsi. Proviamo ancora una volta a fare quadrato e andare avanti senza troppe illusioni ma sostenendo la squadra fino alla fine. Ricordiamoci che in passato (anche recente, vedi Palermo) ci sono state squadre non particolarmente attrezzate, che sono riuscite anche a salire di categoria dopo un girone di andata mediocre. Tutto è possibile e volte a Padova servono proprio questi episodi per innescare reazioni.

 

 

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