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Due Messina, una serie C: dopo dieci anni di tormenti sono rispettivamente primo e secondo

Due Messina, una serie C: dopo dieci anni di tormenti sono rispettivamente primo e secondo

Cambia la sigla, ma il nome è uguale. In serie D da tempo ci sono due Messina:  l’ACR e l’FC. Oggi si contendono la promozione in serie C, sono rispettivamente primo e secondo nel raggruppamento “I”, a un punto di...

Redazione PadovaSport.TV

Cambia la sigla, ma il nome è uguale. In serie D da tempo ci sono due Messina:  l'ACR e l'FC. Oggi si contendono la promozione in serie C, sono rispettivamente primo e secondo nel raggruppamento "I", a un punto di distanza. Una città spaccata e un treno in corsa in cui c’è posto solo per una delle due aspiranti. Messina al comando della D, con l’Acr in vetta e l’Fc a inseguire un punto sotto e con una partita da recuperare. Una sceneggiatura sadica se, da qui alla fine, nel film di questo torneo dovesse prendere corpo un testa a testa tra due progetti che non si sono incontrati in passato e mai, salvo sorprese, si incontreranno nel futuro per ascoltare il desiderio di molti: un Messina, unico e solo. E allora sarà il campo a scrivere il resto di questo psicodramma.

La spaccatura nasce nel 2007, dal Fc Messina Peloro del presidente Franza, che dopo la retrocessione dalla serie A non si iscrisse al campionato di B 2008/09. Da lì è cominciato un valzer di fallimenti, mancate iscrizioni, ripartente, cessioni e cambi di denominazione. Il dualismo è rimasto forte, anche se la maggioranza dei tifosi appoggi l'ACR che gioca nello stadio "nuovo" che era stato progettato per la serie A.

I due presidenti

Pietro Sciotto è il presidente (molto scaramantico) dell'ACR. Che ancora non vuole credere al primato: "Mio figlio ha mandato domenica la classifica in una chat di famiglia, ma io non voglio vederla. Che poi meriteremmo 4-5 punti in più", dice alla Gazzetta dello Sport edizione siciliana. Rimane quell’ossessione della C, dopo aver speso, lui dice «bruciato», oltre un milione e mezzo: "O vinciamo o vinciamo, quest’anno. E io, se serve, sono disposto ad investire ancora. Novelli? Somiglia un po’ a Modica, ma è di gran lunga più bravo". Sui cugini glissa, il patron: "Non mi interessa parlarne". E vola basso coi tifosi: "Se sarò bravo, dovranno dirlo alla fine". Da un presidente all’altro è un attimo.

Rocco Arena e il suo FC inseguono a un passo dalla vetta, ma il patron si sente «virtualmente primo» nonostante il match con il Ragusa sia ancora da giocare. E non crede, o almeno così dice, al duopolio con l’Acr: "Penso che saremo in 3-4 a concorrere per lo scettro. Barcos? Era un mio capriccio, ma ha ricevuto un’offerta 6 volte superiore e l’ha accettata. La responsabilità è mia, ora mi piacerebbe vedere Silenzi in maglia Fc". Sogna il primato, Arena, ma anche il San Filippo in concessione: "Desidero lasciare a questa città uno degli stadi più belli d’Europa". E poi quegli americani da coinvolgere per potenziare le casse del club: "Qualcuno sul tema ha fatto ironia, accusandomi di spacciare favole. È un fondo che ha già investito nell’Nba, in Premier e anche in Italia. Se tutto va bene, l’appuntamento è fissato per metà giugno".

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