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Messina, l’allenatore Rigoli esonerato in ospedale (positivo al Covid)

Messina, l’allenatore Rigoli esonerato in ospedale (positivo al Covid)

Pino Rigoli è stato esonerato dall’FC Messina (una delle due squadre della città siciliana che militano in serie D). A innescare la polemica non è tanto l’esonero in sé, quanto il contesto in cui si sviluppa il «grazie e...

Redazione PadovaSport.TV

Pino Rigoli è stato esonerato dall'FC Messina (una delle due squadre della città siciliana che militano in serie D). A innescare la polemica non è tanto l'esonero in sé, quanto il contesto in cui si sviluppa il «grazie e arrivederci» dato, mercoledì sera, al tecnico arrivato in pompa magna alla corte di Rocco Arena per vincere il campionato. Rigoli era infatti ricoverato da settimane in ospedale, positivo al covid-19 (e dimesso ieri).

Forse il primo caso, nel mondo del calcio, di benservito recapitato direttamente in ospedale. E così il polverone si alza già nelle ore immediatamente successive all’ufficializzazione, da parte dell’Fc Messina, dell’avvicendamento in panchina: via Rigoli, torna Costantino. L'esonero in ospedale ha creato molto dibattito, tanto che quando già la notizia era passata dallo sfondo alla ribalta mediatica nazionale, l’Fc Messina si è trovato costretto a diramare un comunicato per spiegare che «da domenica a mercoledì Pino Rigoli ha presenziato in video-call a tre riunioni, dimostrando uno stato di salute assolutamente migliorato rispetto al passato».

Le parole del dg

Alla Gazzetta il dg Marco Rizzieri fa chiarezza: «La cosa più importante è che adesso il mister sia a casa. Quanto all’esonero, è frutto della necessità, legittima, di cambiare, perché c’è stato un problema di integrazione nella nostra famiglia. Non c’era più intesa». Rigoli, intanto, è irrintracciabile. Qualche battuta se la concede Leo Criaco, il vice - silurato anche lui - e salito sul banco degli imputati per la gestione dei cambi nella sfida della discordia: solo un ingresso dalla panchina, con gente del calibro di Coria o Giuffrida rimasti a guardare, avvelenati per le sue scelte: «Se potessi tornare indietro non sarei venuto a Messina di sicuro – dice proprio Criaco -. Per me è una liberazione».