Sergio Pellissier è intervenuto ieri durante la nostra trasmissione Speciale Dilettanti, ha parlato dell'avvio di campionato in Eccellenza (girone A) e del progetto Clivense arrivato a oltre 700 soci: "Vengo dal professionismo, non conosco così bene i giocatori dilettanti, credevo bastasse il giocatore di nome per fare la differenza invece se il giocatore di nome non si immerge completamente nella categoria, non capendo che non basta solo la qualità ma anche un po' di cattiveria, si rischia. Domenica contro l'Altavilla abbiamo creato tanto e poi siamo andati sotto, poi per fortuna abbiamo pareggiato in extremis. È una categoria complicata. L'acquisizione del San Martino Speme? Magari a qualcuno non ha fatto piacere perdere la propria squadra, ma avevamo bisogno di ripartire più in alto, abbiamo 700 soci a cui avevamo promesso la serie D, ci siamo dovuti poi accontentare dall'Eccellenza. Era un obbligo quasi partire almeno da lì. È una categoria dove si spende tanto senza aver ritorno, direi tra i 250 e i 350 mila euro per provare a vincere l'Eccellenza. L'ambizione è arrivare in fretta dove ci si può divertire di più. Bisogna avere un po' di pazienza e saper lavorare. Io in campo? Il regolamento ora vieta a un presidente di scendere in campo, non mi sono neanche iscritto in rosa. Ma non avevo voglia neppure l'anno scorso di giocare... Il figlio di Iaquinta? Assomiglia molto al papà nel modo di giocare, è ancora acerbo ovviamente, deve avere più coraggio e credere nelle sue potenzialità. Poi deve conquistarsi il posto perchè ha una bella concorrenza". Sulle concorrenti di quest'anno: "Bassano è la squadra sulla carta più forte, poi c'è il Vigasio. Mi dicono poi che altre vicentine sono ben attrezzate. Ma con le piccole comunque si fa fatica, perchè contro di noi giocano al massimo".
Clivense
Pellissier sull’Eccellenza: “Pensavo bastassero giocatori di nome, invece sarà dura. Campedelli…”
Il rapporto con Campedelli
Su Campedelli: "Fondamentalmente non è ancora entrato nel Sona - ha detto Pellissier - non si è ancora concretizzato nulla nonostante le voci. Ma questo non ci riguarda, ho chiuso un capitolo con il vecchio Chievo, sono andato via prima che fallisse. Quello che sto facendo ha l'obiettivo di dare la possibilità a tutti quei tifosi che avevano perso la società di riferimento e la propria famiglia calcistica di poter continuare a passare qualche ora di serenità. Per il Chievo avrei lavorato gratis, glielo avevo detto. Lui ha preferito altre squadre e altre persone, non avremmo mai potuto lavorare insieme quest'anno visto che è da un anno e mezzo che non c'è confronto. Abbiamo amato entrambi quella società, in modo enorme, questo ci accomuna".
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