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Cremonese, torna la serie A dopo 26 anni grazie ai giovani talenti in prestito

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Cambio di filosofia con Braida e Giacchetta, un mix che si è rivelato vincente. La città non assaporava la massima serie dal 1996

Redazione PadovaSport.TV

La Cremonese del Cavalier Arvedi, a capo del colosso dell'acciaio (Gruppo Arvedi), festeggia la conquista della serie A. Categoria che in città mancava dal '96. Ieri sera il sorpasso sul Monza, sconfitto a Perugia. Ma come è arrivata questa impresa? Qual è stata la mossa che ha permesso ad Arvedi di invertire un trend che lo vedeva ottenere meno risultati ri- spetto all’impegno economico profuso? La filosofia è cambiata: meno grandi nomi, più giovani. Per fare questo, ha preso come consulente quel grande conoscitore di calcio che è Ariedo Braida, che proprio a Como nel 1988 aveva vinto il primo scudetto col Milan. Da qui la scelta di un d.s. competente come Simone Giacchetta che ha assemblato una squadra piena di promesse senza spende cifre folli.

Giovani talenti e un bravo allenatore

A fare la differenza sono stati i giovani in prestito. Gaetano, Carnesecchi, Fagioli, Zanimacchia e Okoli sono state operazioni intelligenti e redditizie. Potrebbero rimanere un altro anno in serie A. Al timone della squadra Fabio Pecchia, alla seconda promozione dalla Serie B alla A dopo quella di Verona nel 2017. Ha saputo valorizzare al meglio i tanti giovani a disposizione: i tre anni accanto a Rafa Benitez (Napoli, Real Madrid, Newcastle) sono stati un tesoro inestimabile, a cui poi il tecnico di Formia ha aggiunto le sue convinzioni. Che sono servite alla squadra per crescere in un campionato lungo ed estenuante come la Serie B. In rosa anche giocatori esperti della categoria come Buonaiuto, Di Carmine o Ciofani, una garanzia in B. Un mix che si è rivelato vincente. E adesso il patron Arvedi, dopo anni di spese ingenti, è riuscito ad arrivare nell'Olimpo del calcio italiano.

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