mondo biancoscudato

Parigi, la testimonianza di Maddalena Bergamin

A Parigi venerdì sera c’era anche Maddalena Bergamin, figlia del presidente del Padova, che abbiamo avuto modo di conoscere in questi mesi anche come grande tifosa biancoscudata. Ecco la sua testimonianza diretta sul terribile attentato...

Redazione PadovaSport.TV

A Parigi venerdì sera c'era anche Maddalena Bergamin, figlia del presidente del Padova, che abbiamo avuto modo di conoscere in questi mesi anche come grande tifosa biancoscudata. Ecco la sua testimonianza diretta sul terribile attentato dell'altra sera (il racconto è riportato anche da Il Gazzettino)

Ieri sera mi trovavo con alcuni amici in un bar a Belleville, nel XIX arrondissement, quartiere attiguo all' XI, dove si trova il Bataclan e dove hanno avuto luogo altre sparatorie. Stavamo chiacchierando e nessuno di noi aveva il cellulare sotto mano. Poco prima delle 23 un amico ha ricevuto un sms che lo avvisava di una sparatoria. Allora abbiamo tutti tirato fuori il telefono dalle tasche e ci siamo connessi a internet. Ho trovato diverse chiamate dei miei genitori, di mio fratello e amici. Allora, un po' cercando in rete e un po' chiedendo informazioni al telefono, abbiamo cominciato a capire la gravità della situazione. Pian piano il locale ha cominciato a svuotarsi e il proprietario non ha più accettato nuovi clienti, volendo chiudere il prima possibile. Noi siamo rimasti ancora una ventina di minuti, intanto in rue de Belleville passavano alcune ambulanze e macchine della polizia a tutta velocità. Abbiamo poi deciso di andare verso casa, impossibile andarci a piedi poiché le vie erano state già transennate, dal momento che saremmo dovuti passare per la zona di République. Ci siamo divisi alla metro, io e un'amica direzione Gare du Nord, gli altri due amici verso Nation. Abitiamo proprio nel X arrondissement, la stazione Gare du Nord era chiusa e c'erano diversi tifosi con le bandiere della Francia che non riuscivano a trovare un treno per rientrare. Un gruppetto ci chiesto se sapevamo di qualche stazione aperta. Siamo rientrate e abbiamo subito acceso la tv, che è rimasta accesa fino a tarda notte. Abbiamo allora appreso che i luoghi della tragedia erano tutti molto vicini e da noi frequentati abitualmente. Il bar Carillon si trova in una zona molto frequentata dai giovani, il Canal Saint Martin, dove usciamo regolarmente. La mossa successiva è stata di rispondere a tutti i messaggi di coloro che volevano assicurarsi che stessimo bene e, a nostra volta, di contattare gli amici che vivono a Parigi. Eravamo e siamo tutti increduli e senza parole. L'attentato di gennaio è stato terribile e nessuno credeva che un fatto di portata ancora maggiore si sarebbe verificato a così breve distanza. Il numero delle vittime, il fatto che i siti colpiti siano i luoghi abitualmente frequentati nel week-end dagli abitanti della città, in particolare dai giovani, sono cose che lasciano interdetti. Rimane l'ansia di non sapere se alcuni dei terroristi siano ancora in circolazione (in questo momento pare che la gendarmerie abbia segnalato una Seat nera). L'atmosfera è molto tesa, anche se penso che comunque le attività riprenderanno regolarmente lunedi e rivivremo i momenti di gennaio, con un clima di coprifuoco. è però un fatto senza precedenti in Francia. Al momento rimango in casa ad ascoltare gli sviluppi, ma prima o poi bisognerà uscire perché si deve andare avanti. (Maddalena Bergamin)