A pochi chilometri da Padova c'è chi se la passa davvero male. Parliamo del Treviso, che archiviato il campionato di Eccellenza (senza l'approdo tanto sperato ai play-off), guarda al futuro. La notizia è che l'attuale presidente Paolo Pini è disposto a regalare addirittura la società. All'orizzonte ci sono due cordate, quella che appare più seria, capeggiata dall'imprenditore milanese Andrea Cani e una cordata romana non meglio identificata. "Ciò che stupisce è questa cronica indifferenza dell’imprenditoria trevigiana nei confronti del calcio - tuona il presidente Paolo Pini, intervistato da La Tribuna di Treviso - la nostra è una vera e propria chiamata alle armi: chiunque abbia intenzione di darci un aiuto noi siamo qua, porte aperte a tutti. Stiamo trattando su diversi fronti e adesso attendiamo una risposta in tempi brevi, diciamo una decina di giorni. Garantisco che è tutta gente che sa di calcio, affidabile. Il messaggio alla tifoseria è che non stiamo con le mani in mano, però abbiamo bisogno di qualcun altro, di forze fresche che entrino in società. A quel punto noi potremmo anche fare un passo indietro, non è quello il problema. E con il Comune abbiamo un rapporto ottimale". Intanto c'è chi ha già bussato più volte alla porta di Pini, mettendo sul tavolo un'offerta allettante. A parlare è il referente della cordata milanese, Matteo Mascetti, direttore sportivo e uomo di fiducia di Andrea Cani: "Mi sembra davvero di sognare, più passano i mesi e più non mi capacito di come si possa arrivare a certe situazioni paradossali. Il Comune sta trattando con noi da un anno chiedendoci riservatezza e in una situazione come quella descritta ieri dalla dirigenza del Treviso, in cui si vocifera di trattative romane facendo comunque un accorato appello di aiuto economico locale, non gli viene in mente di alzare il telefono agli unici che hanno presentato, grazie alla serietà del Dott. Andrea Cani, garanzie di professionalità, solidità patrimoniale e progettualità sportiva e non sportiva? Io mi auguro che verso i tifosi, e non, di Treviso qualcuno si prenda le proprie responsabilità nell'aver letteralmente snobbato proposte serie e molto vantaggiose sia per le casse comunali che per quelle del tessuto economico cittadino. In campo si può vincere o perdere, ma nel comportarsi per bene qui qualcuno ha subito sonore sconfitte".
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Treviso, agonia infinita. Ora spuntano due cordate
Nel capoluogo della Marca il calcio continua ad annaspare tra mille difficoltà, all'orizzonte però si muove qualcosa
Intanto, dopo la partenza di Carlo Casagrande, c’è da trovare un diesse che costruisca la rosa e lo staff tecnico: con 7-8 giocatori di quest’anno c’è un accordo sulla parola. Ed il termine di iscrizione all’Eccellenza scade il 22 luglio. "Chiediamo solo che chi entra fornisca adeguate garanzie finanziarie, cioè una solida fidejussione con garanzia, ma non ne facciamo una questione di cifre" aggiunge il diggì Bruno Gemin, alla Tribuna di Treviso. Per dire: chiunque sarà il benvenuto, pochi o tanti che siano le palanche che ci mette, l’importante è che abbia intenzioni serie. E che rispetti la storia, l’immagine e il blasone di un club che dopo aver conosciuto la serie A, 11 anni fa, ne ha passate di tutti i colori, vittima di faccendieri e personaggi più o meno loschi. Il Calcio Treviso solo questo chiede: di vivere una vita almeno dignitosa.
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