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Tonazzo, che succede? Esordio da incubo contro Latina

Pessima la prima, la Ninfa Latina ammalia Padova. D’accordo che le scusanti c’erano, per questa Tonazzo che ha potuto lavorare con il gruppo al completo soltanto nei giorni che hanno immediatamente preceduto l’esordio in campionato, ma era...

Redazione PadovaSport.TV

Pessima la prima, la Ninfa Latina ammalia Padova. D’accordo che le scusanti c’erano, per questa Tonazzo che ha potuto lavorare con il gruppo al completo soltanto nei giorni che hanno immediatamente preceduto l’esordio in campionato, ma era difficile immaginarsi un inizio peggiore per i bianconeri, al via della loro seconda stagione in Superlega. Alla Kioene Arena i quasi duemila spettatori presenti non hanno mai avuto l’opportunità di scaldarsi davvero nel corso dell’ora e venti minuti trascorsa in campo da Orduna e soci. Non c’è stato un solo momento in cui gli uomini di Baldovin abbiano infatti dato la sensazione di poter tenere aperto un match che subito ha preso una brutta piega. Si salva Quiroga. C’era curiosità per i nuovi arrivati, ma ieri sera non si è salvato nessuno fra loro. Cook, inserito nel sestetto base, si è fatto sentire in battuta (2 ace per lui e la dimostrazione che il braccio c’è) ma in attacco ha sbagliato troppo, rimanendo ancorato a un non esaltante 38% offensivo. Averill, su cui si conta molto sotto rete, a muro non si è fatto proprio sentire, risultando abbastanza impalpabile nell’economia del gioco. Berger, ancora dolorante alla caviglia, si è visto solo in seconda linea e per brevi scampoli, ma poco si sono viste anche le altre new entry. Tra i “vecchi”, l’unico in palla è sembrato Quiroga, che pure non è partito nella formazione iniziale, venendo anche sostituito un po’ a sorpresa nel terzo set, quando sembrava stesse ingranando. Per contro, Latina, che pure non parte in questo campionato tra le realtà di primissima fascia, si è comunque potuta appoggiare su elementi in grado di fare la differenza e, soprattutto, ha limitato al massimo le sue sbavature, concedendo pochissimo. Ed è significativo che al termine del confronto il migliore sia risultato un ex bianconero come Maruotti, utile sia in attacco (14 punti con il 70% offensivo per lui) che in seconda linea, ben altro giocatore rispetto al “ragazzino” che giocava a queste latitudini nella stagione 2008-2009. Poca storia. Si parte con una sorpresa nel sestetto bianconero atteso alla vigilia, con il giovane Milan che “ruba” il posto in banda all’argentino Quiroga, da poco rientrato dal Sud America. Berger, con la sua caviglia ancora da sistemare, come previsto è in panca. Sul primo set c’è poco da dire, con i pontini che impiegano poco tempo a scappar via, trascinati dalla coppia Maruotti-Pavlov, che Padova non riesce mai ad arginare. Subito avanti 7-3, la Ninfa mantiene sempre almeno tre lunghezze di margine, raggiungendo il massimo vantaggio nel finale per un 14-25 che si commenta da solo. Nel secondo set, Quiroga rileva un Milan poco efficace nelle file di casa. La Tonazzo, se non altro, rimane in gioco più a lungo ma, scollinata la metà della frazione, cede: sotto 12-15 viene rimessa in partita dal turno di battuta di Cook (15-15), prima di capitolare di fronte ai colpi di Yosifov e al servizio del solito Pavlov. La Ninfa vola sul 16-21 e da lì chiude il parziale in scioltezza. Nel terzo, gli uomini di Baldovin restano in corsa un po’ più a lungo, col tecnico bianconero che prova a pescare dalla panchina la soluzione in grado di disorientare l’avversario, mandando sotto rete Leoni, di nuovo Milan e Diamantini. Alla fine, quando la palla pesa di più, sono un errore di Cook, un ace di Sket e il nuovo entrato Hirsch a chiudere i conti: 22-25 e tutti a casa. «Niente alibi». Al tecnico bianconero Valerio Baldovin va riconosciuta notevole onestà nell’analizzare l’incontro. «Il gruppo si è allenato poco assieme ma non voglio accampare scuse. È stata una partita giocata sotto tono, contro un avversario che, per contro, ha sbagliato pochissimo» le parole del tecnico della Tonazzo. «Abbiamo faticato soprattutto sul primo attacco dopo la ricezione, senza riuscire a leggere bene nemmeno i colpi intermedi e quelli giocati sulle mani del muro». Sulla stessa lunghezza d’onda capitan Santiago Orduna, che ci mette la faccia, come d’abitudine: «Non vogliamo nasconderci dietro ad alcun alibi, perché potevamo fare di più e meglio. È vero che era la prima partita ma siamo molto lontani dal livello di gioco che vogliamo raggiungere. In questa gara si è capito che abbiamo bisogno di lavorare tanto in tutti i fondamentali. Dobbiamo ancora capire qual è il livello di questa Superlega». Il secondo impegno stagionale, domenica prossima a Trento, non è certo fra quelli più indicati per cambiare marcia. Per rivedersi alla Kioene Arena occorrerà aspettare invece mercoledì 11 novembre, per la quarta giornata, quando sarà in visita una cliente mica da niente come la Lube Civitanova.

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