parola di tifoso

PDT: Ingiustizia è fatta, onore ai diffidati

Le emozioni, la passione, le parole di un grande tifoso del Padova. Sempre in Curva Fattori, sempre in trasferta. "Parola di tifoso" (PDT) è lo spazio dedicato al tifo biancoscudato, quello vero. Senza filtri.

Redazione PadovaSport.TV

Articolo ripreso dal sito www.lapadovabene.it

Come prevedibile la nottata di venerdì scorso contro il Pescara ha portato il suo conto da pagare. E pagano sempre i soliti. Come se non bastasse, arriva anche la beffa del comunicato stampa sottoforma di articolo nel giornale locale, scritto dall’addetto stampa… pardon, giornalista di turno!

L’addetto stampa pardon giornalista di turno è ben conosciuto da queste parti. Visto però che l’articolo è “leggermente” di parte, credo sia bene fare qualche precisazione. Non mi aspetto che il buon Enrico Ferro legga e pubblichi, non credo nemmeno che consideri questo sito, e se è così ne vado fiero! In questo blog si fa informazione vera e propria, la controinformazione ormai la fanno i giornali…

Per fare vera e propria informazione, l’amico Ferro dovrebbe quantomeno raccontarla tutta: nessun tifoso indossava il passamontagna (!!!), nessuno ha tentato di sfondare il cancello che dava sugli spogliatoi. Il primo lacrimogeno della serata, si dica se si ha il coraggio di dirlo altrimenti si eviti di scrivere puttanate, è stato sparato in una situazione di calma assoluta. Ci sono pure delle riprese video a testimoniarlo. Un ottimo sistema per esasperare gli animi della gente, già notevolmente “scaldati” dalla pesante sconfitta. I successivi, tutti ad altezza d’uomo: per puro caso non ci sono feriti gravi!

Non mi scandalizzo per i metodi polizieschi, quelli sono uguali a qualsiasi latitudine: provocano, sparano (lacrimogeni, ma anche pallottole di gomma in quei paesi che ne hanno) e poi recitano la parte delle vittime. Sarebbero pagati per mantenere l’ordine pubblico, invece sempre più spesso l’unica cosa che mantengono è il disordine ed il caos. Sempre da pagati ovviamente! Il grosso di loro poi porta i propri problemi personali sul lavoro, o prende il suo lavoro come una vera e propria valvola di sfogo per i propri istinti violenti… Mi dispiace casomai che loro non vengano mai “daspati” per tutti i casini che fanno. Eppure la ricetta sarebbe tanto semplice: un bel numero identificativo dietro il casco e se fai qualche cazzata sei riconoscibile, quindi paghi! Troppo comodo vero? Meglio, molto meglio tenere i cani da guardia liberi di scorazzare in una porzione di giardino, onde evitare di ritrovarseli contro in casa…

Ciò che mi scandalizza è che un giornalista che in realtà fa controinformazione, taccia questo tipo di comportamenti che invece sono ben noti. Eppure sugli ultras di puttanate ne scrive: come quando dice che da Padova a Genova i tumulti delle curve “spaventano il mondo del calcio”… Spaventano il mondo del calcio!?! Le partite truccate no? Le decine di società che falliscono ogni anno, nemmeno? Gli stadi sempre più vuoti neppure? Eh, “il problema sono gli ultras”, tipica frase di chi ha qualche scheletro nell’armadio da nascondere…

Mi piace molto (si fa per dire) anche il modo di trattare l’argomento da parte del Mattino: una pagina intera dedicata alla versione della polizia, con un ritaglio minuscolo (e, sarei pronto a scommetterci, inserito per l’insistenza dei colleghi della redazione sportiva, che probabilmente essendo sul posto hanno anche assistito a “ciò che non possono dire”…) sulla versione dei tifosi e, ciliegina della torta, un ulteriore riquadro che serve per specificare al lettore (ignorante come una capra e come buona parte dei lettori del Mattino, il problema è proprio che queste capre poi vanno anche a votare…) che cosa è precisamente il Daspo, specificando già dal titolo che si tratta di una normativa che “isola i soggetti più pericolosi”…

La diciamo tutta? Il Daspo è un vero e proprio strumento di ingiustizia, che da vent’anni condanna un tifoso (ed ha “condannato” in questo senso centinaia di ragazzi e ragazze da sempre…) solo sulla base di un rapporto di polizia e non di un regolare processo! E’ una limitazione vera e propria della libertà personale, mascherato però da “provvedimento amministrativo” e pertanto senza che ci sia bisogno di un processo davanti ad un giudice per stabilirne pena e durata. In poche parole: sto sui coglioni al Digos di turno per qualche strano motivo? Alla prima occasione mi danno il Daspo, e per un tot di anni (varia da 1 a 5 anni) non potrò accedere a nessuno stadio e sarò costretto a firmare in questura tutti i giorni che la mia squadra del cuore gioca… Se mai poi arriverò a sostenere un processo per i fatti che mi vengono imputati, tutto ciò avverrà solamente anni ed anni dopo aver scontato il Daspo; e le statistiche dicono che il 70% dei processi per fatti di violenza da stadio cadono regolarmente in prescrizione, e della rimanenza il 75% si conclude con l’assoluzione degli imputati. Questo non lo scrive Ferro, vero?

Ancora una volta INGIUSTIZIA è fatta. Onore ai diffidati, sempre!