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Baggio e Del Piero, fantasisti made in Veneto

Il calcio italiano ha una tradizione gigante e assoluta, riconosciuta in tutto il globo. Non importa in che regione si sia sviluppato, da ogni latitudine del Belpaese sono emersi campioni poi diventati protagonisti anche con la maglia azzurra...

Redazione PadovaSport.TV

Il calcio italiano ha una tradizione gigante e assoluta, riconosciuta in tutto il globo. Non importa in che regione si sia sviluppato, da ogni latitudine del Belpaese sono emersi campioni poi diventati protagonisti anche con la maglia azzurra della nazionale. Il Veneto non fa eccezione, specialmente per due nomi da tutti ben noti. Stiamo parlando di Alessandro Del Piero e Roberto Baggio, due fantasisti dal livello eccelso, che si sono anche sfidati per una maglia da titolare ai mondiali del 1998 in Francia, generando un dibattito sulla loro possibile staffetta in grado di ricordare quello ancora più famoso dei mondiali 1970 sull'alternanza tra Sandro Mazzola e Gianni Rivera. Del Piero, nativo di Conegliano Veneto, aveva già in qualche modo seguito i passi di Baggio, nato a Caldogno sette anni prima. Nessuno si sarebbe potuto immaginare che i due sarebbero stati prima compagni di squadra e poi rivali negli scontri ai piani alti della Serie A o per una maglia da attaccante dell'Italia.

Non va dimenticato che fu proprio Del Piero ad allontanare Baggio dalla Juve, club nel quale i due fantasisti convissero per due stagioni, dal 1993 al 1995. La Vecchia Signora, la grande candidata ad imporsi sul campionato di quest'anno secondo le principali quote delle scommesse online, era in quegli anni in fase di ricostruzione e puntava moltissimo sul Divin Codino per tornare agli antichi fasti. Dopo la vittoria del Pallone d'oro nel 1993 e il secondo posto ai mondiali (da autentico protagonista) con l'Italia, Baggio fu però pian piano scalzato da Del Piero, più giovane e in rampa di lancio. Il trasferimento del Codino al Milan fu dunque una manovra diretta della dirigenza bianconera per dare più spazio a Pinturicchio, il quale era ormai in piena ascesa e aveva bisogno di spazio davanti a sé. Da quel momento entrambi i veneti sarebbero entrati nella rivalità per un posto da numero 10 con l'Italia, con l'ex Padova, squadra dove aveva debuttato a livello professionale, bravissimo a bruciare le tappe con una serie di prestazioni sopra le righe e il numero 10 della Juventus sulle spalle. Dopo l'addio alla Vecchia Signora, Baggio iniziò a peregrinare per tutto lo Stivale, trovando più soddisfazione in piazze di provincia come Bologna o Brescia, dove avrebbe fatto la storia del club lombardo sotto la gestione di un guru come Carletto Mazzone, con il quale avrebbe dato vita a una relazione unica, nella quale si inserì anche un certo Pep Guardiola.

Del Piero si prese poi la Juventus diventandone il simbolo e realizzando alcune stagioni straordinarie a livello di goal e di rendimento, su tutte quella 1997-98 nella quale i bianconeri si imposero sull'Inter. Fu proprio quella grande stagione a conferirgli il numero 10 della nazionale ai mondiali di Francia assieme al posto da titolare, con Baggio a scalpitare in panchina con il numero 18. Dotati di grande genialità e classe, Del Piero e Baggio saranno per sempre grandi alfieri della tradizione calcistica del Veneto.