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Contributi non versati, mancano due milioni di euro. E Cestaro…

Da Il Mattino: Gira e rigira, si torna sempre lì, alla cessione del Calcio Padova di un anno fa: quando, dopo aver trattato a lungo con i fratelli Sandro e Michele Vecchiato (Interbrau), la delegazione Unicomm incaricata di concludere la vendita...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino:

Gira e rigira, si torna sempre lì, alla cessione del Calcio Padova di un anno fa: quando, dopo aver trattato a lungo con i fratelli Sandro e Michele Vecchiato (Interbrau), la delegazione Unicomm incaricata di concludere la vendita della società di viale Nereo Rocco, composta da Lorenzo Cestaro, Luca Baraldi e Walter Pulcini, raggiunse l’intesa in 48 ore con Gsport e Diego Penocchio. Che poi Alessandro Giacomini - avendo contratti di sponsorizzazione negli stadi e accordi sull’hospitality prima e dopo le partite con club di A e B e non potendo gestire direttamente il Padova - abbia trovato nell’imprenditore di Castegnato il collega e amico in grado di accollarsi tale responsabilità, non cambia granchè la sostanza delle cose: il cavaliere di Schio era convinto - e lo ha ribadito più volte in questi 12 mesi, con quella frase “ero certo di aver lasciato in buone mani” - di aver venduto alla società di Montichiari, ed era pure certo (mah...) che Penocchio fosse di fatto un prestanome dei Giacomini. Il lavoro capillare dei finanzieri diretti dal tenente colonnello Giovanni Parascandolo avrebbe rivelato, invece, ben altro: ad esempio che la situazione debitoria del Padova, al momento del passaggio di consegne, superava i 6 milioni di euro. Per cui il “patto segreto” a tre (Unicomm-Gsport-Penocchio) avrebbe, sì, compensato in parte quelle perdite, con un sostanzioso esborso di denaro (4 milioni quest’anno), lasciando comunque a chi sarebbe subentrato il compito di arrangiarsi con le restanti “entrate”: contributi della Lega di serie B (4 milioni) e denaro ricavato da abbonamenti e incassi (un altro milione). Altro “buco”. Non solo questo non è stato fatto, ma l’amministrazione disastrosa di Penocchio-Valentini ha finito con il registrare un disavanzo di quasi 4 milioni (3,7 per l’esattezza). Insomma, in due stagioni i conti si sono chiusi con un deficit di 10 milioni di euro. Una follia. I soldi non versati. Cestaro, dunque. Ha speso, ma avrebbe anche recuperato molti soldi poche ore prima della cessione: più di 4 milioni, ad esempio, grazie ad un “rimborso finanziamento soci” riconosciuto alla Unicomm senza alcuna delibera assembleare. Una mossa astuta, ma che sarebbe vietata dalla legge. Un artificio finanziario, scoperto in seguito ad un’attenta verifica e considerato irregolare. Gli sviluppi sul fronte Unicomm ci saranno nei prossimi giorni, per ora restiamo ai motivi per cui si è giunti, a livello sportivo, al deferimento di Penocchio e del Padova da parte della Procura Figc: nel primo dei due controlli effettuati dalla Co.Vi.So.C. (Commissione per la Vigilanza sulle Società Calcistiche), avvenuto il 22 novembre scorso, era emerso agli ispettori che solo la Unicomm - titolare ancora del 52% delle quote - avrebbe potuto garantire la continuità aziendale, versando soldi nelle casse di viale Rocco. Esaurito, come da intesa, il suo impegno nell’anno solare, il 2014 si è aperto con scenari cupi. E difatti la seconda ispezione del 29 aprile ha accertato che, fra Iva, contributi Enpals e Irpef, il Padova non ha versato più di 2 milioni di euro. Ora dove salteranno fuori quei soldi?

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