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Daspo di gruppo, grande flop: i Tar d’Italia bloccano tutto

Annunciato come deterrente per diminuire la violenza negli stadi, si è rivelata un'arma inefficace

Stefano Viafora

Lo avevano annunciato come un deterrente per diminuire la violenza negli stadi. Quando fu promosso dal Viminale erano convintissimi che i casi di “eventuale” violenza sarebbero finiti.  Invece no. Il Daspo di gruppo, promosso e tanto decantato, è immediatamente bocciato dai Tar di tutta Italia. Il Tar di Firenze ha sospeso il provvedimento che aveva colpito 35 ultras del Brescia colpevoli di rissa all’area di servizio Chianti Ovest lo scorso 27 settembre contro i tifosi rivali del Verona. La sospensiva del Tar è arrivata perché, si legge tra le note del provvedimento “i ricorrenti non sarebbero stati individuati personalmente quali partecipanti agli scontri”. Non c’è stato riconoscimento diretto. Quasi a voler dire: se non identifichi, non puoi sparare nel mucchio. Eppure la natura del Daspo di gruppo andava proprio nella direzione non accolta dal Tar. Cercare di colpire tutti per tenere tutti tranquilli. Un esempio: in un torpedone che si ferma un autogrill e comincia un tafferuglio a cui ne prendono parte solo 3 o 4, per la nuova normativa il Daspo andava a colpire tutti i componenti del pullman. Assurdo per il Tar che aveva in precedenza accolto il ricorso di 52 ultras del Bari, puniti con il Daspo di gruppo per gli incidenti dopo la sfida con il Frosinone. Sentenze storiche che costringono il Viminale a correre ai ripari. (Da Gazzanet)