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Ex Padova, Iaquinta condannato a due anni: “Mi hanno rovinato, non so neanche cosa sia la ‘Ndrangheta”

 ANSA/STEFANO ARTIOLI

Vincenzo Iaquinta, ex attaccante del Padova (scoperto da Piero Aggradi nel 1998) è stato condannato a 2 anni in primo grado in seguito al processo di ndrangheta “Aemilia” per possesso di armi. La Dda aveva chiesto sei anni per reati relativi...

Redazione PadovaSport.TV

Vincenzo Iaquinta, ex attaccante del Padova (scoperto da Piero Aggradi nel 1998) è stato condannato a 2 anni in primo grado in seguito al processo di ndrangheta “Aemilia” per possesso di armi. La Dda aveva chiesto sei anni per reati relativi alle armi, ma la sentenza di primo grado ha fatto cadere l’aggravante mafiosa e così l’ex attaccante di Juventus e nazionale italiana è stato condannato a due anni. Per quanto riguarda il padre, Giuseppe Iaquinta, la sentenza emessa lo costringe a scontare 19 anni, in quanto accusato di associazione mafiosa. All’uscita del tribunale di Reggio Emilia, padre e figlio se ne sono andati gridando  “Vergogna, ridicoli!”, evidentemente scottati dalla vicenda, quando ancora era in corso la lettura della sentenza. Il collegio giudicante si è espresso dopo due settimane, ed era composto da Cristina Beretti, Francesco Maria Caruso e Andrea Rat, i quali hanno sentenziato 148 imputati. Così si sfoga il campione del mondo 2006 ai microfoni dei giornalisti presenti all’esterno del tribunale: “Mi hanno rovinato la vita, nonostante non abbia fatto nulla. Un processo per due ombrelloni, che mi sta facendo soffrire come un cane da quattro anni a questa parte. Non solo sto male io, ma anche la mia famiglia, i miei bambini. Noi non sappiamo neanche cosa sia la ‘Ndrangheta nella nostra famiglia. Mi hanno rovinato la vita basandosi sul nulla più totale. Condannato perché calabrese, nonostante abbia vinto un Mondiale con l’Italia. Giustizia sarà fatta, ma oggi è arrivata una condanna senza uno straccio di prova”.

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