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Ex Padova: Ronaldo e Chiricò, quando il talento non fa squadra

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Alla ricerca di un progetto vincente, entrambi sono croce e delizia nelle rispettive formazioni
Redazione PadovaSport.TV

Il paradosso di due grandi talenti della serie C, Ronaldo e Chiricò, entrambi ex biancoscudati. Nonostante il loro indiscusso valore non riescono ancora a trovare la squadra giusta per il salto di categoria. Stagione iniziata da poco, chiaro, ma i primi indizi sembrano confermare il trend degli ultimi anni per il centrocampista e l'attaccante.

Ronaldo al Vicenza quest'anno è tante ombre e poche luci. Diana lo ha schierato da regista puro e da mezzala, ha alternato come sempre lampi di classe cristallina a prestazioni insufficienti, gare impacciate dove spesso ha rallentato la manovra, faticando a trovare la giocata determinante. In molti ora dalle parti del club biancorosso si chiedono quanto sia utile davvero nell'arco di una stagione un giocatore balisticamente impeccabile, spesso capace di risolvere da solo una partita magari con una delle sue punizioni, ma spesso ancora "zavorra" per il resto della squadra (senza contare il cartellino rosso facile, ma su questo il brasiliano sembra aver messo la "testa a posto").


Lo stesso ragionamento si può trasferire al caso di Chiricò al Catania. Anche lui alla ricerca di una squadra che possa finalmente riportarlo in serie B. I siciliani hanno tutte le carte in regola per farlo, l'allenatore Tabbiani ha ovviamente optato per il 4-3-3 per metterlo nelle condizioni di esprimersi al meglio. Ma, nonostante i gol (alcuni davvero spettacolari) regalati dal suo magico sinistro, la squadra ha faticato ad avere continuità. Tanto che nell'ultimo match, vinto 1-0 con il Taranto, l'allenatore ha cambiato per la prima volta modulo passando al 4-4-2 (con Chiricò sacrificato da ala pura, poi sostituito nel secondo tempo).

Il Padova li schierava entrambi, un potenziale davvero enorme per la categoria: ha sfiorato la promozione ma l'ha anche persa clamorosamente in due occasioni. Arrivando poi alla conclusione che, forse, si può mantenere il medesimo obiettivo anche senza "prime donne", che magari tatticamente lasciano poca scelta all'allenatore costringendo l'intera squadra a vivere sul proprio rendimento altalenante.

 

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