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I giochi e gli uomini: le teorie del sociologo Roger Caillois

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Lo studioso francese spiega come per il giocatore, il rischio di mancare il colpo è una minaccia di fiasco senza la quale il gioco non sarebbe più divertente

Redazione PadovaSport.TV

Secondo Roger Caillois, autore del libro I giochi e gli uomini – La maschera e la vertigine, il gioco deve essere definito come un’attività libera, fonte di gioia e di divertimento. In effetti un gioco cui si fosse costretti a partecipare cesserebbe subito di essere un gioco: diverrebbe più che altro una costrizione, una corvée di cui non si vedrebbe l’ora di liberarsi. Obbligatorio o semplicemente consigliato, perderebbe una delle sue caratteristiche fondamentali: il fatto che il giocatore vi si dedichi spontaneamente e unicamente per il proprio piacere, avendo ogni volta la piena libertà di preferirgli il riposo, il silenzio, il raccoglimento, la solitudine oziosa o un’attività produttiva.

Il gioco è una occupazione separata da tutto il resto?

Il gioco è infatti una occupazione separata dal resto dell’esistenza, svolta in generale entro precisi limiti di tempo e di luogo. C’è uno spazio dei giochi: a seconda dei casi, gli scomparti disegnati in terra per il gioco del mondo, la scacchiera per gli scacchi e la dama, lo stadio, la pista, il recinto, il ring e via dicendo. Niente di quanto avviene all’esterno di questa frontiera ideale è da prendere in considerazione. Uscire dall’area stabilita comporta talvolta una penalità. Bisogna ricominciare il gioco entro i confini pattuiti. Lo stesso dicasi per il tempo: la partita inizia e si conclude al segnale convenuto.

Le regole fondamentali su cui si deve basare un gioco

Spesso la sua durata viene stabilita in anticipo, pertanto abbandonarla o interromperla senza una ragione di forza maggiore è senz’altro disonorevole. Se è il caso al limite la si prolunga, previo un accordo dei contendenti e/o la decisione dell’arbitro. In tutti i casi lo spazio del gioco è un universo precostituito chiuso, protetto: uno spazio puro. Questo concetto che nasce naturalmente prima dell’introduzione del mezzo tecnologico e digitale, resta una regola standard che ancora oggi, nel 2022 si può tranquillamente applicare al mondo del gioco, qualsiasi esso sia.

Si gioca solo se si vuole, quando si vuole e per il tempo (stabilito o meno) che si vuole. In questo senso vediamo dunque come il gioco sia un’attività libera. Esso è al contempo un’attività incerta. Che cosa significa?

Come funzionano le regole del gioco in un contesto di tipo sportivo

Il dubbio sulla sua conclusione deve sussistere fino alla fine. Infatti quando si gioca a carte e l’esito non è più dubbio, si smette di giocare e i giocatori buttano giù le carte. Questo principio vale anche per la lotteria, per la roulette, quando si punta su un numero o un risultato che può uscire o meno, come avviene nel contesto del casino online, ad esempio. In una competizione sportiva, le forze dei campioni dovranno essere bilanciate, affinché ciascuno di essi possa mantenere fino all’ultimo le sue possibilità di vittoria, perlomeno da un punto di vista ideale e di concetto. Per definizione ogni gioco di destrezza comporta, per il giocatore, il rischio di mancare il colpo, una minaccia di fiasco senza la quale il gioco non sarebbe più divertente. In effetti colui che è troppo bravo o troppo allenato, vincerà infallibilmente e senza alcuno sforzo, smettendo di fatto di divertirsi.

Considerazioni finali sul gioco

Nel gioco occorre un costante e imprevedibile rinnovamento della situazione, come avviene nella scherma o nel gioco del calcio a ogni mossa e a ogni risposta, nel tennis a ogni rinvio della palla, negli scacchi ogni volta che uno degli avversari muove un pezzo. Il gioco consiste nella necessità di trovare, di inventare una risposta che deve essere libera nei limiti delle regole prestabilite. Tale libertà di esecuzione è essenziale al gioco e ci spiega in larga parte il piacere che esso suscita. Ed è sempre questa libertà che spiega certi impieghi particolarmente interessanti e significativi della parola gioco, in espressioni come il gioco scenico di un artista o il gioco di un ingranaggio per indicare nel primo caso lo stile personale di un interprete, nel secondo invece il non completo combaciamento di determinati pezzi in un meccanismo. Sappiamo inoltre che molti giochi non comportano regole, dove per gioco possiamo intendere quello svolto dai bambini con i bambolotti, al gioco della guerra, a guardie e ladri e così via, in tutti quei giochi dove è consentita una libera improvvisazione e la cui attrattiva principale deriva dal piacere di recitare una parte, di comportarsi come se si fosse qualcuno o addirittura qualche cosa d’altro, un’automobile ad esempio. Ora nonostante il carattere paradossale dell’affermazione, la finzione il sentimento del “come se” sostituisce la regola e assolve la stessa funzione.