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Il pasticcio estivo spiegato in breve: il Lecco paga per colpe della FIGC

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Il club lombardo non ha mai messo in discussione la perentorietà dei termini. La Federazione, dopo lo slittamento playoff, avrebbe dovuto cambiare le date della scadenza per la licenza nazionale della vincitrice
Redazione PadovaSport.TV

Fuori da tutto, al momento. Oggi il Calcio Lecco 1912 non è iscritto a nessun campionato. Un beffa atroce per chi, nel finale dello scorso campionato, aveva firmato un'autentica impresa sportiva. Ieri sono state rese pubbliche le ragioni dell'ultimo "no", quello del Collegio di Garanzia del Coni. Che in sostanza dice stop al Lecco (e, di conseguenza, avanti al Perugia) e poi aggiunge che in fondo deve vedersela la FIGC.

Dieci pagine per ribadire la questione della perentorietà e rimettere la questioni nelle mani della Figc, in sostanza. Il Lecco però non ha mai messo in discussione la perentorietà dei termini, ha solo fatto notare che i nove giorni di tempo che aveva la vincitrice dei playoff per mettersi in regola con l'iscrizione sono diventati due dopo lo slittamento dei playoff. E la FIGC non ha concesso nessuna deroga.


Durante il processo il giudice Tammaro Maiello aveva anche chiesto a Viglione (avvocato FIGC) perché la Figc, alla luce del cambio del calendario, non avesse prorogato i termini di iscrizione. La risposta non lasciava molti margini di interpretazione: «La Figc ha sbagliato: quando la Lega ha modificato le date si doveva cambiare anche la scadenza per la licenza nazionale della vincitrice dei playoff. Tra l’altro il Lecco aveva presentato istanza di proroga, senza risposta. L’errore commesso non può abbattersi sul Lecco, laddove i nove giorni previsti a inizio stagione erano stati rispettati».

Adesso la Figc può percorrere due strade: sconfessare sé stessa, quanto detto lo scorso 7 luglio sulla documentazione prodotta dal Lecco e approvata dalla Commissione infrastrutture dopo il primo ricorso, rimangiandosi il parere espresso all’unanimità; oppure dovrà impugnare quanto detto dal Collegio di Garanzia e mettersi in prima fila nella presentazione del ricorso al Tar, non deliberando sulle riammissioni in attesa delle decisioni della giustizia ordinaria.

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