Alberto Malesani, ospite a Palazzo Moroni per un incontro con la stampa organizzato dal consigliere Davide Meneghini, ha parlato a tutto campo della sua carriera, del calcio anni '90, del rapporto con i giocatori e i presidenti e della scelta di ritirarsi per godere della vita "come quando ero ragazzo". L'allenatore 70enne, che di recente ha ceduto anche la sua azienda vinicola al marchio SignorVino, parla da spettatore a cui il calcio manca davvero poco vissuto in prima persona ("Mi prendeva 24 ore su 24, troppo impegnativo"). Una prima battuta sulle squadre "di casa":
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Malesani: “Mi sarebbe piaciuto allenare il Cittadella. Padova? Ben messo in campo”
Devo dire che mi sarebbe tanto piaciuto in carriera allenare il Cittadella, una società seria dove il presidente fa il presidente, il direttore fa il direttore e c'è un rigoroso rispetto dei ruoli. I risultati poi danno loro ragione, hanno fatto cose egregie. Così come le aveva fatte il Chievo di Campedelli, mi dispiace che sia stato punito e colpito duro, quando l'80% delle società di serie A facevano lo stesso. C'è stata cattiveria verso la società gialloblu. Il Padova è ben allenato, non conosco Andreoletti e nella sfida con il Vicenza direi che è favorito, anche se io per vicinanza vista la mia carriera sarei più a favore del Vicenza.
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Sul rapporto con i calciatori:
Sono rimasto in buoni rapporti con Michele Cossato, che abita a Verona, con Fabio Cannavaro e Gabriel Batistuta, ma in generale non ho grandi rapporti nel mondo del calcio. Ecco, devo dire che ho stretto un bel legame con il presidente del Panathinaikos, che è sempre lo stesso da quando allenavo io. Ci facciamo gli auguri ogni anno, frutto di un grande lavoro fatto insieme a quel tempo. Se invece devo indicare i migliori giocatori allenati dico Buffon in porta, in difesa Thuram e Cannavaro, a centrocampo Veron, Rui Costa e in attacco Batistuta.
Sul suo mese magico:
In quel maggio ho vinto tre coppe, Coppa Italia, Coppa Uefa e Supercoppa italiana con il Parma. Terzo allenatore al mondo, ho concentrato tutto lì e poi basta (ride, ndr). E la panchina d'oro non me l'hanno mai data, evidentemente non godevo di simpatie tra gli addetti ai lavori!
La possibilità di allenare il Milan:
Sono stato molto vicino ad allenare il Milan, c'era Galliani ma soprattutto Berlusconi che avrebbe voluto prendermi. Poi sono retrocesso con il Verona e alcune cose non si sono incastrate nel verso giusto.
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