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Malesani: “Mi sarebbe piaciuto allenare il Cittadella. Padova? Ben messo in campo”

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L'ex allenatore ospite in città a Palazzo Moroni ha parlato a tutto campo della sua carriera e di attualità
Stefano Viafora
Stefano Viafora Direttore responsabile 

Alberto Malesani, ospite a Palazzo Moroni per un incontro con la stampa organizzato dal consigliere Davide Meneghini, ha parlato a tutto campo della sua carriera, del calcio anni '90, del rapporto con i giocatori e i presidenti e della scelta di ritirarsi per godere della vita "come quando ero ragazzo". L'allenatore 70enne, che di recente ha ceduto anche la sua azienda vinicola al marchio SignorVino, parla da spettatore a cui il calcio manca davvero poco vissuto in prima persona ("Mi prendeva 24 ore su 24, troppo impegnativo"). Una prima battuta sulle squadre "di casa":

Devo dire che mi sarebbe tanto piaciuto in carriera allenare il Cittadella, una società seria dove il presidente fa il presidente, il direttore fa il direttore e c'è un rigoroso rispetto dei ruoli. I risultati poi danno loro ragione, hanno fatto cose egregie. Così come le aveva fatte il Chievo di Campedelli, mi dispiace che sia stato punito e colpito duro, quando l'80% delle società di serie A facevano lo stesso. C'è stata cattiveria verso la società gialloblu. Il Padova è ben allenato, non conosco Andreoletti e nella sfida con il Vicenza direi che è favorito, anche se io per vicinanza vista la mia carriera sarei più a favore del Vicenza.


Sul rapporto con i calciatori:

Sono rimasto in buoni rapporti con Michele Cossato, che abita a Verona, con Fabio Cannavaro e Gabriel Batistuta, ma in generale non ho grandi rapporti nel mondo del calcio. Ecco, devo dire che ho stretto un bel legame con il presidente del Panathinaikos, che è sempre lo stesso da quando allenavo io. Ci facciamo gli auguri ogni anno, frutto di un grande lavoro fatto insieme a quel tempo. Se invece devo indicare i migliori giocatori allenati dico Buffon in porta, in difesa Thuram e Cannavaro, a centrocampo Veron, Rui Costa e in attacco Batistuta.

Sul suo mese magico:

In quel maggio ho vinto tre coppe, Coppa Italia, Coppa Uefa e Supercoppa italiana con il Parma. Terzo allenatore al mondo, ho concentrato tutto lì e poi basta (ride, ndr). E la panchina d'oro non me l'hanno mai data, evidentemente non godevo di simpatie tra gli addetti ai lavori!

La possibilità di allenare il Milan:

Sono stato molto vicino ad allenare il Milan, c'era Galliani ma soprattutto Berlusconi che avrebbe voluto prendermi. Poi sono retrocesso con il Verona e alcune cose non si sono incastrate nel verso giusto.

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