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Mancanza di budget: il plastico dell’Appiani torna ai proprietari

Da Il Mattino di oggi: Il museo del Padova ha perso il suo pezzo più pregiato. Questa settimana è stato portato via il plastico dell’Appiani, che campeggiava proprio all’angolo tra la porta che dà agli spogliatoi e il corridoio che conduce...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino di oggi:

Il museo del Padova ha perso il suo pezzo più pregiato. Questa settimana è stato portato via il plastico dell’Appiani, che campeggiava proprio all’angolo tra la porta che dà agli spogliatoi e il corridoio che conduce alla sede. È infatti scaduto il vincolo che legava i costruttori del plastico alla società, che aveva avuto la possibilità di esporre gratis la ricostruzione del mitico stadio per 4 anni. Scaduto l’accordo, i proprietari hanno proposto alla nuova dirigenza di acquistarlo o affittarlo ma si sono sentiti rispondere picche. «Non c’è budget per il museo», ha spiegato sconsolato Luca Carnieletto, anima e core del progetto. Per capire l’importanza del modellino, basta che ricordare che nel 2010 Matteo Menapace ci ha girato pure un film «Appiani, ricostruire un’emozione», ispirato all’avventura dei 5 ragazzi padovani che da giugno 2009 hanno lavorato per sei mesi, con una media di otto ore alla settimana, per riprodurre nel minimo dettaglio in scala 1:87 lo storico impianto. Carnieletto e soci, in corso d’opera, si sono accordati con il Padova per esporlo all’Euganeo e sono riusciti a finire i lavori in tempo per l’inaugurazione del museo del centenario, proprio il 29 gennaio 2010. Un modellino che ha raccolto una marea di consensi tra i tifosi, le storiche bandiere biancoscudate e quanti in questi anni siano passati per il museo prima e dopo le partite del Padova. Ma ora i soldi per tenere l’opera nel museo non si sono più. Soldi. Già, ma quanti? Duemila euro per l’affitto annuo, diciassettemila per cederlo definitivamente. Questo quanto avevano proposto i costruttori dell’opera al Padova. «Forse avevamo sparato un po’ troppo per venderlo, ma il nostro obiettivo era intavolare una trattativa», spiega Carnieletto. «La società, invece, non si è voluta nemmeno sedere al tavolo». Così il plastico è tornato a casa di Luca che adesso sta pensando di proporlo all’amministrazione comunale che assieme ai fratelli Vecchiato sta curando il restyling dello stadio di via Carducci. «Non abbiamo fatto tutto questo per lucro, e in questi 4 anni non abbiamo tratto il minimo beneficio. Ma il plastico ha comunque un valore»