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Mandorlini: “Soli contro tutti. Come sempre…”

«Soli contro tutti. Come sempre». Lo ha detto Andrea Mandorlini riassumendo in uno slogan la missione che attende il nuovo Verona. Soli, ma in ottima e numerosa compagnia. Perché la presentazione della squadra tenutasi ieri sera, alla vigilia...

Redazione PadovaSport.TV

«Soli contro tutti. Come sempre». Lo ha detto Andrea Mandorlini riassumendo in uno slogan la missione che attende il nuovo Verona. Soli, ma in ottima e numerosa compagnia. Perché la presentazione della squadra tenutasi ieri sera, alla vigilia della partenza per il ritiro di Santa Caterina, in Val Gardena, ha avuto il pubblico delle grandi occasioni. Quattromila persone a riempire la tribuna del campo di via Sogare: i veri protagonisti della serata. Certo: i giocatori si sono presentati uno ad uno, facendo passerella sotto la guida a tratti incerta delle due giornaliste televisive Federica Masolin di Sky e Daniela Scalia di SportItalia. Ma in realtà è stato quello che il presidente Maurizio Setti ha definito il «dodicesimo uomo dell'Hellas» a presentarsi ai giocatori: alle vecchie conoscenze, gratificate dalle ovazioni maggiori; ma soprattutto ai nuovi arrivati sorpresi da tanto calore. Si è trattato di uno spettacolo nello spettacolo. Iniziato alle 20.30 e terminato un'ora dopo con una certezza: l'entusiasmo dei tifosi per l'Hellas Verona non ha bisogno di ritiri, preparazioni o allenamenti, È già perfettamente in forma. Pronto a spingere la squadra e la società verso quel traguardo che tutti si ostinano a non pronunciare, ma che tutti hanno ben chiaro nei loro pensieri. Lo ha detto il presidente di oggi, che ha voluto a fianco a sé sul palco quello di ieri: «Il vero presidente è lui». Una continuità che il pubblico ha apprezzato e gratificato. Così come Setti si è dichiarato «esterrefatto» per quel «pubblico da pelle d'oca». «Il mio compito è fare in modo che tutti facciano il massimo», ha poi sottolineato, «per trovare gli stimoli giusti e fare un campionato al meglio possibile. Poi vedremo dove andare». Dopo la passerella di politici - l'assessore veronese allo Sport Marco Giorlo ed il vicepresidente della Provincia Fabio Venturi - e degli sponsor è toccato dunque alla rosa sgranare i suoi petali gialloblù. Dando il là allo spettacolo: una sorta di duetto tra pubblico e giocatori, con tanto di tormentone. È iniziato con il terzino spagnolo José Angel Crespo, presentatosi con le scarpe di un colore assai vivace e salutato dal coretto «Ti gà le scarpe rosse...». È continuato con il «Pe-pe-pe Pesoli, pe-pe-pe Pesoli» a salutare il difensore arrivato dal Siena e con il «Ti gà le scarpe normali...» per il meno estroso Grossi: «Ma mi comprerò le scarpe gialle!». Ed ha toccato l'apice con il «Mandorlini teròn» scandito a salutare il mister che è salito sul palco per ultimo. «Calmi... quest'anno mi hanno messo in gabbia», ha spiegato l'allenatore al suo popolo. «È bello rivedervi ed ancora di più risentirvi. Il nuovo Hellas ripartirà da quanto fatto in questi due anni di risultati incredibili raggiunti anche grazie a chi stasera non è qui perchè è andato a giocare in altre squadre. Ripartiremo dalla fine ma non troppo: in veronese ma no massa!». Un chiaro riferimnento a quell'ultima maledetta partita con il Varese ed agli strafalcioni dell'arbitro di Imperia. Una battuta studiata, come lui stesso ha ammesso, per poi chiudere con l'ordine di servizio: «Giocare e tifare per l'Hellas non è mai facile. Ti regala qualcosa di grande e ti chiede di essere forte. Me lo avete insegnato voi: siamo sempre soli contro tutti». Il resto è stato coreografia. Dalle nuove maglie, con la terza in nero con lo stemma giolloblù crociato a richiamare colori e marchi degli anni tra le due guerre mondiali. Alle piccole mascotte Aurora e Sofia in maglia gialloblù e con gli orecchini a forma di scala. Dalla gente ammassata sulle cancellate a destra della tribuna, troppo piena per ospitare tutti i tifosi che hanno voluto salutare la loro squadra. All'applausometro che ha premiato Nicola Ferrari strappandogli un'evidente commozione.

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