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Multe pezzotto: cosa rischiano gli utenti delle IPTV illegali

Redazione PadovaSport.TV
Anche gli spettatori rischiano pene gravissime, se si guardano i contenuti trasmessi da queste reti illegali

La nuova legge anti pezzotto ha calcato ancor di più la mano sulle pene e le sanzioni relative al settore dello streaming IPTV pirata. Si tratta di un momento per certi versi storico, dato che si va a colpire al cuore una delle problematiche più serie riguardanti il mondo dell'intrattenimento videoludico nel nostro Paese. La novità principale è la seguente: oggi anche gli spettatori rischiano pene gravissime, se si guardano i contenuti trasmessi da queste reti illegali, dalle multe fino ad arrivare addirittura ai periodi di detenzione in carcere. Per via della loro gravità, è importantissimo approfondire tali pene e, in linee generali, il fenomeno del cosiddetto pezzotto.

La nuova legge anti pezzotto e le sue disposizioni

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L’8 agosto 2023 è entrata in vigore una nuova legge relativa alle pene e alle sanzioni previste per gli attori protagonisti del pezzotto. Non solo i broadcaster dei contenuti in streaming illegali ma, come detto, anche gli spettatori che aderiscono a tali servizi. In rete si ha la possibilità di leggere numerosi approfondimenti che spiegano quali sono i rischi dell'IPTV illegale, ma è bene citarli anche in tal sede, per informare correttamente gli utenti.

Nello specifico, la legge 93/2023 prevede una sanzione pecuniaria che può arrivare sino ad un massimo di 5 mila euro, e il rischio di finire in carcere per 3 anni. Pene e multe che ovviamente vengono elevate all'ennesima potenza, se invece si chiamano in causa i già citati broadcaster, ovvero le organizzazioni responsabili della trasmissione in streaming dei contenuti senza diritti. Un discorso che riguarda, ad esempio, le partite del campionato di Serie A in diretta e le serie TV.

I nuovi sistemi informatici per individuare gli spettatori

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Chiudendo il discorso relativo alla nuova legge anti pezzotto, il dispositivo in questione mette a disposizione delle autorità alcuni strumenti molto più rapidi e agili rispetto al passato. Si fa riferimento nella fattispecie alla possibilità, per l'AGCOM, di oscurare i siti web responsabili della trasmissione in streaming illegale dei contenuti in soli 30 minuti dalla segnalazione delle autorità competenti. Questo sistema presumibilmente entrerà in azione verso fine anno, ma già oggi la Guardia di Finanza adotta delle strategie molto proficue per combattere il fenomeno del pezzotto.

Quando un utente si collega ad una IPTV pirata, invia e riceve dati attraverso la rete. Questi dati viaggiano in pacchetti, che possono essere intercettati e analizzati. Le autorità usano la tecnica del Deep Packet Inspection (DPI), nota anche come sniffing, in grado di esaminare nel dettaglio le info contenute nei suddetti pacchetti. Il che comprende non solo gli indirizzi IP della fonte del traffico (il broadcaster), ma anche gli IP degli spettatori.

Altre tecniche comunemente utilizzate per inchiodare chi fa uso delle IPTV pirata, e chi trasmette, sono il fingerprint e gli accordi con gli ISP, ovvero i server che ospitano le fonti del traffico. In definitiva, oggi più che mai è davvero complesso farla franca: se si usa una IPTV pirata, quindi, si è consapevoli di correre un rischio enorme.


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